"Autunno Apuano" - Bosa di Careggine, sabato 27 e domenica 28 settembre 2014 - due pullman gratuiti da Pietrasanta e Massa per partecipare all'evento domenicale (prenotazione obbligatoria allo 0583 644.242)

Flora

La torbiera di Fociomboli

Progetti ed interventi

zone umide

La torbiera di Fociomboli

Gli sfagni di Basati

Gli altri biotopi

Interventi di conservazione

Conoscenza e divulgazione

Guida interattiva

Bibliografia di base

abete bianco
erbario


Specie in rilievo

il genere "Pinguicula"
il cavolo di San Viano


Schede di alcune
specie vegetali notevoli
 

Aquilegia bertolonii

Biscutella apuana

Campanula medium

Carex macrolepis

Carex macrostachys

Carum appuanum

Centaurea arachnoidea

Centaurea arrigoni

Cerastium apuanum

Globularia incanescens

Hypericum coris

Lomelosia graminifolia

Moltkia suffruticosa

Orchis pauciflora

Phyteuma scorzonerifolia

Polygala carueliana

Rhamnus glaucophylla

Rhinanthus apuanus

Salix crataegifolia

Santolina leucantha

Saxifraga lingulata

Scabiosa holosericea

Sesleria tenuifolia

Valeriana saxatilis

Veronica aphylla


Guida alle piante palustri
(iPhone, iPod touch, iPad)

 

 
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l'app (per dispositivi Apple)

 

 

La torbiera di Fociomboli, ubicata a circa 1100 m s.l.m., rappresenta la zona umida più conosciuta del comprensorio apuano ed anche la più estesa, occupando per circa un ettaro un ripiano ellittico che costituisce il letto di una conca würmiana di sovraescavazione, assai conservata nelle sue più tipiche forme. La conca prativa è attraversata da acqua diffusa proveniente dalle sovrastanti formazioni carbonatiche e confluente in piccoli ruscelli; le rocce impermeabili che costituiscono il fondo della conca consentono l'affioramento della falda. La flora della torbiera è ricca di specie, che fioriscono principalmente durante i mesi estivi, periodo in cui il paesaggio viene fortemente caratterizzato dalle bianche fioriture degli eriofori. Accanto ad entità  relativamente comuni, come il veratro (Veratrum album), la veronica palustre (Veronica beccabunga) o la coda di cavallo (Equisetum palustre), la flora di questo biotopo ne annovera alcune di particolare significato geobotanico quali le numerose specie relitte; piante ciò che oggi rappresentano una testimonianza vivente di vicende climatiche passate, come le Glaciazioni. Fra le più importanti ricordiamo due specie di pennacchi (Eriophorum latifolium ed Eriophorum angustifolium), assai rari nel comprensorio apuano e qui presenti con densi popolamenti, la pinguicola (Pinguicula apuana) e tre rare orchidee, Dactylorhiza incarnata, Epipactis palustre ed Herminium monorchis, presente quest'ultima in Appennino in questa unica stazione, ove rappresenta l'esempio più significativo di relitto glaciale. Fa da cornice alla torbiera una densa faggeta, certamente interessante dal punto di vista botanico, ma anche da quello paesaggistico, soprattutto durante l'autunno, quando si presenta all'escursionista in tutte le sue sfumature rosso-aranciate. 

 

 

 

 

  

 

 

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