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"La Bosa": centro agricolo-naturalistico
un'eccellenza
per la didattica e la conservazione
della biodiversità
di specie vegetali
spontanee e coltivate delle Alpi
Apuane
"Il
castello di Careggine ... l'abitano uomini robustissimi,
buoni agricoltori e pastori, che vivono del frutto di
castagne, del cacio delle pecore (...). Le granaglie sono
scarse, ma una delle risorse di questa Comunità la
somministra la vite, che produce il miglior vino della Garfagnana".
Emanuele Repetti, 1833-1846
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Attività del Centro
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per la Bosa è
già tempo di bilanci...
2010: un
anno di transizione verso un nuovo
centro agricolo-naturalistico del Parco
Sull’altopiano di Careggine la stagione dei lavori
chiude in anticipo.
Siamo alle ultime settimane,
ancora di tempo clemente, prima di sospendere i cantieri
all’arrivo del “Generale Inverno”. La speranza è che il
freddo ritardi come l’anno scorso, ma non come il 2008, che agli inizi di novembre
già copriva di neve l'alta costa dal Sumbra al Volsci.
La visita di oggi alla Bosa è dunque gradevole e
soprattutto utile per un
bilancio sulla stagione che va a concludersi.
Il nuovo edificio è quasi giunto al
tetto e lo sforzo comune è di dargli presto una copertura che
finalmente lo protegga dalla pioggia. Lo scavo delle fondamenta e l’innalzamento dei muri in
cemento – poi rivestiti in pietra all’esterno – hanno
sconvolto il resede e i campi vicini all’antica casa.
Nell’ultimo mese, siamo riusciti (o quasi) a dar
compimento al bastione che sostiene ed allarga l’aia
verso valle. Anche la stalla in legno, per il ricovero di
animali e attrezzi, è stata coperta ed è prossima la
chiusura delle pareti.
Nel 2010, le nostre piccole e grandi attività sono
rallentate, ma non sospese. Gli orti si sono spostati
più in basso e hanno prodotto antiche qualità di fagioli
della Garfagnana, della Lucchesia e della Versilia. Nei
campi didattici sono tornate le scuole per proseguire
l’esperienza dell’agricoltore custode, ancora con il
‘formenton otto file’. La recinzione ha protetto le
piante da frutto dal morso dei daini e così le ‘mele
casciane’ e le ‘fiorone’ sono giunte alla
loro prima maturazione. Anche nel vigneto sperimentale
un buon risultato è venuto dall’uva nera ‘occhio di
pernice’, che abbiamo scoperto gradevole per il dolce aroma di
moscato.
Quest’anno, purtroppo, sono mancati gli incontri con il pubblico,
poiché gli scavi aperti e le impalcature non offrivano
agli ospiti sufficiente sicurezza. Il programma iniziale
del Venticinquennale del Parco aveva pure previsto l’apertura
della Bosa durante le feste a Careggine in agosto e in
ottobre.
Sarà forse per il prossimo anno o il successivo
ancora, se il nuovo edificio non terminerà in tempo.
Chiude per ora un 2010 di rapida transizione, con la Bosa
che inizia davvero a cambiare aspetto.
Antonio Bartelletti
(28 ottobre 2010)
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