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vino e riscaldamento globale
Il riscaldamento globale è un fenomeno
davanti ai nostri occhi, che porta le coltivazioni a spostarsi sempre
più a nord in latitudine e sempre più in altitudine.
Le Alpi Apuane non sono una terra di tradizione vinicola, ma presto lo
diventeranno. Il Parco ha impiantato a Bosa un vigneto sperimentale che
già produce vino di montagna di buona qualità.
A 850 m di quota, la Geopark Farm ospita il vigneto più alto in produzione della Toscana.
È difficile contrastare efficacemente i cambiamenti climatici; più
semplice è prepararsi al cambiamento e sfruttarne i possibili benefici.
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L’idea di una microvinificazione sperimentale a 850 m di quota non è
venuta per caso e non è stato neppure un azzardo. A noi è sembrata
piuttosto una risposta adattativa ai cambiamenti climatici in atto, che
hanno già inciso e ancor più trasformeranno i paesaggi e le colture
soprattutto nell’area mediterranea.
Quanto ottenuto a Bosa vale già come test positivo sulle potenzialità
vitivinicole della fascia alto-collinare e bassomontana del versante
interno delle Alpi Apuane. Il passo successivo, assai più complesso, è
definire una produzione che abbia qualità biologica e un carattere
identitario tutto da ricercare, insieme ai giusti quantitativi per il
mercato.
L’operazione è quella, raramente tentata, di costruire un “terroir” che
ancora non c’è, muovendosi sui sottili equilibri tra tradizione ed
innovazione, tra impulso pubblico ed iniziativa privata.
Il laboratorio è dunque aperto e il lavoro da svolgere ancora lungo, ma
il dibattito è già partito sul tema “il Vino delle Apuane nell’età del
riscaldamento globale” e sono iniziati i primi confronti intorno ad
un’ipotesi possibile di sviluppo rurale durevole, per ora limitato ai
principali attori del territorio che possono avere parti rilevanti in
quest’opera.
C’è un grande bisogno di condividere e migliorare il progetto "vino di
montagna nelle Apuane".
Antonio Bartelletti
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