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Il lupo nel Parco delle Alpi Apuane

Il lupo (Canis lupus L.) è l’animale predatore più importante nel Parco delle Alpi Apuane, dove è tornato spontaneamente in tempi recenti, in linea con il trend di espansione naturale della popolazione italiana registrato ultimamente.   
 
L'areale di distribuzione del lupo ha subito drastiche riduzioni negli ultimi secoli a seguito di persecuzione diretta da parte dell'uomo, perdita e frammentazione di habitat idonei e riduzione delle specie preda. In Italia la diffusione della specie ha raggiunto il picco negativo nella seconda metà del XX secolo, ma il regime di protezione accordato a partire dal 1971, quando per la prima volta ne è stata proibita la caccia, unitamente allo spopolamento umano delle aree montane e all'aumento degli ungulati selvatici, hanno permesso negli ultimi decenni un incremento numerico della popolazione e la ricolonizzazione con nuclei stabili di gran parte dell’Appennino e aree limitrofe, di ampie zone della Toscana centro-meridionale e di buona parte delle Alpi.
 

Il lupo è una specie legalmente protetta a livello internazionale ed italiano: è infatti inserito nell'allegato II (specie strettamente protette) della Convenzione di Berna del 1979, negli allegati II e IV (specie di interesse comunitario che richiedono una protezione rigorosa) della Direttiva 92/43 CEE, meglio nota come direttiva Habitat, nell'appendice II (specie potenzialmente minacciate) della CITES, convenzioni e direttive da tempo recepite nella legislazione nazionale. La Legge 11 febbraio 1992, n.157, infine, inserisce il lupo tra le specie particolarmente protette.
 
 
Sulle Alpi Apuane il lupo era sicuramente comune e ben distribuito fino al XVIII secolo, come testimoniano documenti storici e leggende giunte fino ai giorni nostri, ma nei primi anni del '900 è definitivamente scomparso dall’area. Il ritorno del lupo nella porzione lucchese dell'Appennino tosco-emiliano è stato accertato stabilmente dagli anni '80 del XX secolo e studi approfonditi ne hanno analizzato nel dettaglio le dinamiche, alimentando l'ipotesi di una ricolonizzazione delle contigue Apuane che, tra l'altro, risultano oggi popolate dalle principali specie preda: cinghiali (Sus scrofa ), daini (Dama dama) e mufloni (Ovis aries musimon), introdotti per scopi cinegetici antecedentemente alla creazione dell'area protetta, caprioli (Capreolus capreolus) e cervi (Cervus elaphus), che invece sono giunti per diffusione naturale dagli areali appenninici.
 
 
I primi segni certi di presenza del lupo all’interno del Parco sono stati rinvenuti nel 2008 e a partire dal 2011 alcuni esemplari sono stati ripetutamente filmati o fotografati tramite video-fototrappole facendo ipotizzare l’insediamento di un nucleo riproduttivo. Solo nel 2014 però è stata verificata per la prima volta l’avvenuta riproduzione di un branco, grazie alla risposta di cuccioli indotta dalla trasmissione di richiami registrati (wolf-howling).
 
 
I monitoraggi eseguiti dall’ente Parco negli ultimi anni hanno accertato la presenza stabile e regolare di almeno 4-5 branchi riproduttivi, distribuiti su tutto il territorio dell’area protetta. Anche nell’ambito del “Piano di monitoraggio nazionale per la presenza del lupo (Canis lupus)”, coordinato dall’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale e sviluppatosi nel biennio 2020-2021 in tutta Italia, si è avuta ulteriore conferma dell’insediamento della specie nell’area Apuana.  
 
 
La presenza del lupo è assolutamente rilevante, in quanto rappresenta un elemento fondamentale delle reti trofiche degli ecosistemi, essendo un grande predatore posto al vertice delle catene alimentari. Per questi motivi il monitoraggio viene regolarmente effettuato tramite foto-trappolaggio, wolf-howling, tracciature su neve e analisi genetiche di escrementi ed altri campioni biologici.

The wolf in the Apuan Alps Park
 
 
The wolf (Canis lupus L.) is the most important predator animal in the Apuan Alps Park, where it has returned spontaneously in recent times, in line with the natural population expansion trend recorded recently.   
 
The wolf's distribution area has undergone drastic reductions in recent centuries as a result of direct interference by man, loss and fragmentation of suitable habitats and a reduction in prey species. In Italy, the spread of the species reached a negative peak in the second half of the 20th century, but the protection regime granted in 1971, when hunting of wolves was banned for the first time, together with the human depopulation of mountain areas and the increase in wild ungulates, have allowed the population to increase in recent decades with the recolonisation of stable packs of most of the Apennines and surrounding hills, large areas of central-southern Tuscany and a large part of the Alps.
 
The wolf is now a legally protected species at an international level: it is included in Appendix II (strictly protected fauna species) of the Berne Convention of 1979, in Annex II and Annex IV (animal and plant species of community interest in need of strict protection) of Directive 92/43 EEC, better known as the Habitats Directive, and in Appendix II (potentially threatened species) of CITES.
 
 
In the Apuan Alps the wolf was certainly common and widespread until the 18th century, as historical documents and legends that have survived to the present day testify, but in the early 20th century it definitively disappeared from the area. The return of the wolf to the nearby Apennines has been firmly established since the late 1980s, which paved the way for a future recolonisation of the Apuan Alps. This recolonisation was further promoted in the following years by the increase in prey species such as the wild boar (Sus scrofa ), the fallow deer (Dama dama) and the mouflon (Ovis aries musimon), which were introduced for hunting purposes prior to the creation of the protected area, the roe deer (Capreolus capreolus) and the red deer (Cervus elaphus), which instead arrived by natural diffusion from the Apennines.
 
 
The first signs of the presence of wolves in the park were found in 2008, and since 2011 some wolves were repeatedly filmed or photographed by cameratraps, leading to the hypothesis that a breeding nucleus had been established. It was not until 2014, however, that the breeding of a pack was ascertained for the first time, thanks to the response of pups induced by the transmission of recorded calls (wolf-howling).
 
 
Monitoring in recent years has confirmed the stable and regular presence of at least 4-5 reproductive packs, distributed throughout the protected area.
 
 
The presence of the wolf is absolutely relevant, as it represents a fundamental element of the ecosystem trophic networks, being a large predator at the top of the food chains. The species is regularly monitored by means of cameratrapping, wolf-howling, snow tracking and genetic analysis of faecal and other biological samples.


Alcuni video tratti dal nostro sistema di video/foto trappole
INDICAZIONI DI COMPORTAMENTO IN CASO DI INCONTRO CON LUPI

 
Il lupo è ormai distribuito su tutto il territorio italiano, e le possibilità di incontro sono sempre maggiori anche se non frequenti. E' un animale caratterizzato da una incredibile plasticità ed adattabilità e non è relegato unicamente all’ambiente montano.
 
Sono ormai presenti da qualche anno branchi di lupi anche nelle aree costiere della Toscana meridionale (le famose immagini di lupi sulla spiaggia), in Salento, nelle periferie di grandi città, in campi coltivati, tutti ambienti diversi ma con un unico grande denominatore: disponibilità alimentari e presenza di zone di rifugio.
 
Anche negli ultimi mesi sono stati riportati alcuni casi di avvistamenti nel Parco, a volte anche su strade vicino ai paesi. Può succedere, perchè i lupi, soprattutto i più giovani, esplorano il territorio ed utilizzano anche le strade per spostarsi.
 
Quindi come comportarsi in caso di incontro? Come muoversi in un’area frequentata da lupi, come le Alpi Apuane?
 

  1. Tenere i cani al guinzaglio. I cani possono creare disturbo ai lupi presenti in una zona, infastidire e predare la fauna in generale, ed entrare in conflitto con i lupi. Esiste inoltre il rischio di ibridazione, cioè l'accoppiamento tra cane e lupo.
  2. Non lasciare avanzi dei nostri pic-nic, e non cercare di attirare i lupi per fotografarli. Nessun animale selvatico deve abituarsi al cibo umano, né deve associare la presenza dell’uomo a cibo facile, in particolare i lupi. Non ci sono stati attacchi di lupo a uomo da circa 200 anni, ma le uniche situazioni spiacevoli (al di fuori dell’Italia), sono avvenute a causa di lupi abituati al cibo.
   

- In caso di incontro:

  1. Osservare gli animali a distanza, senza avvicinarsi: Nella maggior parte dei casi il lupo (o i lupi) ci guarderà immobile un attimo e poi se ne andrà. In alcuni casi, soprattutto in presenza di individui giovani, è possibile che i lupi rimangano per un pò ad osservare, senza allontanarsi. Non è una situazione pericolosa, e non c'è nessuna differenza se gli animali sono in più di uno, o addirittura un branco intero.
  2. Se invece vogliamo far allontanare gli animali,  alziamo la voce e facciamo confusione. Si spaventeranno e se ne andrann
  3. Non  uulare per cercare di attirarli: L’ululato è una forma comunicativa. I lupi ululano per segnalare la propria presenza sul territorio, per riunirsi, per salutarsi. In un’area sono presenti solo i lupi di un branco, lupi estranei vengono allontanati. Ululare segnala a quel branco che ci sono quindi altri animali nella loro casa, li disturba, li può costringere a modificare le loro abitudini territoriali, almeno momentaneamente. In un periodo delicato come la fine dell’inverno, ossia l’inizio del periodo riproduttivo, ululare può costringere la femmina a scegliere una tana differente da quella che avrebbe selezionato, e spesso le zone adatte per la tana o per i rendez-vous (i siti dove in estate vengono allevati i cuccioli) non sono così tante. Disturbarli può portare quindi a mettere a rischio la cucciolata o a creare loro ulteriori difficoltà rispetto a quelle che devono comunque affrontare in un ambiente antropizzato come il nostro.
  4. Non avvicinarsi alle aree di rendez-vous (gli “asili” in cui i cuccioli passano le giornate in attesa del ritorno degli adulti). Entrare in queste aree per fotografare facilmente i lupi è sbagliato perchè si rischia di  disturbarli e farli spostare
         

 
Quindi, muovetevi nell’ambiente con attenzione e ricordatevi che l’incontro con questo animale non è un rischio, ma il lupo è un animale selvatico, da rispettare nell' ecosistema.
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