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	“Acta apuana” all’ApuanGeoDay 2015: la ricerca scientifica 
	tra risultati ottenuti e limitate risorse futurePresentation of two issues of the “Acta apuana” magazine on the occasion of 
	ApuanGeoday 2015: the scientific 
	research between the achieved results and limited resources in the future…
 
		
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			Una rilevante partecipazione di pubblico, raramente 
			raggiunta in passato, ha qualificato l’appuntamento con l’ApuanGeoDay, 
			nell’occasione organizzato presso l’Albergo Vallechiara di 
			Levigliani di Stazzema. Quest’anno, L’evento è slittato da fine 
			maggio al 12 dicembre scorso per celebrare, nel migliore di modi, 
			l’ultimo appuntamento del Trentennale del Parco. L’ApuanGeoDay 2015 
			ha potuto così coincidere con la presentazione di due numeri 
			monografici della rivista scientifica “Acta apuana”, entrambi 
			dedicati ad argomenti di ricerca orientati al patrimonio geologico e 
			alla geodiversità delle Alpi Apuane.Il caso ha voluto che, nello stesso anno solare, siano state 
			pubblicate due opere che rappresentano un vero compendio di più di 
			un decennio di indagini approfondite e di attività gestionali 
			connesse, con risultati scientifici di alto livello e di evidenza 
			talvolta internazionale.
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	In effetti, il volume XI di “Acta apuana” raccoglie la 
	sintesi di quanto ottenuto, a partire dalla fine degli anni ’90, con il 
	monitoraggio dell’Antro del Corchia, che ha portato – tra l’altro – alla 
	sorprendente scoperta di un archivio paleoclimatico di oltre un milione di 
	anni e con pochi corrispondenti sulla faccia del pianeta. Allo stesso modo, 
	il volume XII di “Acta apuana” pubblica il dossier Alpi Apuane, proprio 
	nell’anno della rivalutazione quadriennale del Parco nella Global Geoparks 
	Network e, soprattutto, del suo riconoscimento come “Unesco Global Geopark”, 
	all’interno del neonato “International Geoscience and Geoparks Programme (IGGP)”.Nelle intenzioni degli organizzatori, quella di sabato scorso 
	doveva essere una giornata di festa e di soddisfazione per l’uscita di 
	queste due opere e dei loro rilevanti contenuti, oltre a poter rappresentare 
	anche un’occasione importante di rilancio di progetti di ricerca giunti a 
	traguardi non sempre definitivi. In realtà, l’evento è riuscito sì a 
	celebrare le pubblicazioni e ad illustrare compiutamente l’enorme lavoro 
	preparatorio, ma la mancanza di una prospettiva futura ha reso agrodolce il 
	bilancio della manifestazione.
 Il tema ormai ricorrente della mancanza di ulteriori risorse 
	per simili attività è già echeggiato negli indirizzi di saluto di Maurizio 
	Verona, Sindaco di Stazzema, e di Virgilio Gay, Direttore del Sistema 
	“Corchia Underground”. Il sottoscritto, chiamato poi ad introdurre gli 
	interventi dei relatori, non poteva non raccogliere una simile 
	sollecitazione, perché senza nuova conoscenza è impossibile intervenire in 
	modo corretto su dinamiche complesse come i parchi, i geoparchi e gli 
	ambienti sensibili quali le grotte naturali. Quanto pubblicato oggi su “Acta 
	apuana” è l’ottimo raccolto di una buona semina avvenuta quindici anni fa, 
	malgrado qualcuno avesse già chiuso il rubinetto dell’acqua da oltre tre 
	anni, rischiando di far seccare tutto.
 Per fortuna, la crisi (o la scusa della crisi) non ha fermato 
	l’impegno dei singoli che, in modo volontario e gratuito, hanno continuato 
	lo stesso al di fuori dell’orario di lavoro o perché – raggiunta la 
	quiescenza – si sono sentiti liberi da progetti, programmi e da formali 
	carte dei servizi. La determinazione di persone così speciali nasce proprio 
	dal loro incredibile attaccamento ad un’attività riconosciuta come 
	inscindibilmente propria, da portare a termine comunque e ad ogni costo, 
	magari con il solo sostegno della FST.
 Anche gli interventi di Licia Lotti e Ilaria Baneschi non 
	hanno nascosto i pericoli che gravano sul prosieguo delle ricerche, dopo 
	aver ricordato la diversa situazione in cui è nato il monitoraggio 
	dell’Antro del Corchia, con la giustezza degli obiettivi a suo tempo 
	prefissati, la correttezza dei metodi applicati e la qualità dei risultati 
	ottenuti.
 In due ore e mezzo di presentazioni e discussioni, numerosi 
	sono stati gli stimoli e gli spunti d’interesse. Per brevità, ci limitiamo 
	qui ad estrarre solo due temi meritevoli di essere ulteriormente studiati, 
	nonostante le criticità dette sopra. In particolare, Leonardo Piccini ha 
	indicato – riguardo agli aspetti idrogeologici – la necessità di capire 
	meglio (se non di tentare di esplorare) il percorso sotterraneo dell’Antro 
	del Corchia dall’attuale fondo fino alla propria risorgenza nei pressi di 
	Cardoso. Infine, Francesco Mantelli ha ricordato la sorpresa della presenza 
	rilevante di Uranio nelle sole acque stagnanti dei laghetti della stessa 
	grotta, la cui ragione non è ancora del tutto chiara.
 In ultimo, un ringraziamento particolare allo Staff del 
	Geoparco – a parte gli assenti ingiustificati – per l’organizzazione 
	esemplare dell’evento.
 
	
	Antonio Bartelletti 
	
	(14 dicembre 2015) 
 
	
	Putamorsi: “L’Unesco ha premiato le attività del Parco, ma i 
	tagli al bilancio possono vanificare questo risultato”…Park President comments the last recognition in Paris: “Unesco rewarded the 
	Park activity, but the budget cuts may frustrate this result in the next 
	future”…
 
		
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			Alla domanda di quale futuro attenda il Parco o, 
			meglio, il Geoparco dopo l’ultimo riconoscimento Unesco, il 
			presidente Alberto Putamorsi tiene a precisare una questione 
			preliminare: “Ho letto e ascoltato commenti e considerazioni 
			sbagliati all’indomani del nuovo traguardo raggiunto in sede Unesco.
			Alcuni hanno sostenuto che il premio è venuto grazie alla 
			straordinaria bellezza delle Alpi Apuane e al loro elevato valore di 
			ambiente e paesaggio.
 In altre parole, si è voluto minimizzare il ruolo dell’istituzione 
			Parco, facendo passare il messaggio che tutto è stato facile e 
			scontato, grazie alla ricchezza naturalistica di queste nostre 
			stupende montagne”.
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	“Non è affatto così!– prosegue Putamorsi – perché, anche in 
	Italia, ci sono parchi e territori di più consistente patrimonio geologico, 
	che non hanno ottenuto il titolo di Unesco Global Geopark, pur avendo 
	tentato l’esame di ammissione. Non discuto l’importanza della biodiversità e 
	geodiversità delle Apuane, ma questa condizione, oltre modo positiva, non è 
	di per sé sufficiente per raggiungere e conservare questo titolo”.Il presidente ha poi voluto ricordare come l’Unesco ha altri 
	programmi e progetti che valutano soltanto l’entità del patrimonio culturale 
	e/o paesaggistico e/o ambientale. Lo sono – ad esempio – la lista dei luoghi 
	riconosciuti come patrimonio dell’umanità e le riserve della biosfera. In 
	effetti, il nuovo International Geoscience and Geoparks Programme (IGGP) 
	dell’Unesco prosegue le linee d’azione e conferma la strategia generale del 
	Global Geoparks Network. Gli obiettivi principali e le verifiche di 
	risultato sono di tipo gestionale e ruotano intorno alla capacità dei 
	territori a gestire i propri geositi e il proprio paesaggio con un approccio 
	olistico nella tutela, educazione e sviluppo sostenibile, sempre attraverso 
	il coinvolgimento delle comunità locali.
 Dopo la premessa e il comprensibile sfogo, rinnoviamo a 
	Putamorsi la domanda sul futuro prossimo del Parco/Geoparco. “Non abbiamo 
	avuto neppure un attimo di serenità per gustare questo traguardo come 
	dovuto. La soddisfazione è stata subito soffocata dalle notizie, per ora 
	ufficiose, che ci sono giunte da Firenze. Se fossero confermate le 
	indiscrezioni, già dal 2016 potremmo subire un taglio nei trasferimenti di 
	Regione ed enti locali che superebbe il 15%, se non di più. Con questa 
	prospettiva, il Parco non riuscirebbe neppure ad affrontare le spese fisse 
	del personale e del funzionamento ordinario degli Uffici. Figuriamoci che 
	fine farebbero la promozione turistica, i servizi d’informazione, 
	l’educazione ambientale e il cofinanziamento degli investimenti, così pure 
	la ricerca, la conservazione e i monitoraggi ambientali”.
 Putamorsi passa infine al problema Geoparco Unesco: “il 
	riconoscimento di Parigi, della scorsa settimana, è la summa di anni di 
	lavoro e della costruzione di una rete di strutture e di relazioni sul 
	nostro territorio. Anche se i costi sono veramente contenuti, la gestione 
	dei servizi e delle strutture ha comunque bisogno di risorse e sostegno 
	pubblico, perché l’autosufficienza non può esistere sulle Apuane. Se 
	qualcuno chiude il rubinetto, dove già arriva un filo d’acqua, il risultato 
	sarà scontato: nessuna attività, nessun intervento… e addio Parco e Geoparco 
	Unesco”.
 
	
	Antonio Bartelletti 
	
	(30 novembre 2015) 
 
	
	“Habemus templum!..”: le Alpi Apuane sono oggi un “Unesco 
	Global Geopark” e possono usare il prestigioso simboloGlobal Geoparks become Unesco sites. In Paris, the General Conference of 
	Unesco approves the new statutes of the International Geoscience and 
	Geoparks Programme (IGGP). Now, the Apuan Alps are a “Unesco Global Geopark” 
	and can use the temple symbol.
 
		
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			Il 17 novembre 2015 dovrà essere ricordato come una 
			data storica per il nostro Parco e per le altre 119 aree mondiali 
			che condividono la stessa missione. In una Parigi ancora sconvolta 
			dagli attentati terroristici di venerdì scorso, la Conferenza 
			Generale dell’Unesco ha voluto premiare la Rete Globale dei 
			Geoparchi e, con essa, le Alpi Apuane, dopo un lungo percorso di 
			validazione del lavoro svolto e di verifica del livello 
			organizzativo raggiunto. Fino 
			a ieri, questo sistema originale ed innovativo di promozione del 
			patrimonio geologico – cresciuto lentamente dal basso in ogni angolo 
			del pianeta – ha lavorato “sotto gli auspici dell’Unesco”, in un 
			rapporto provvisorio e sperimentale con la stessa agenzia delle 
			Nazioni Unite.  |  
	
	Da oggi, le Alpi Apuane e gli altri 119 Geoparchi mondiali 
	sono entrati a pieno titolo e dalla porta principale della sede centrale di 
	place de Fontenoy. Da oggi, ognuno di loro assume la denominazione legale ed 
	ufficiale di “Unesco Global Geopark”.La Conferenza Generale, con i suoi 195 paesi membri, ha 
	dunque ratificato lo statuto del nuovo “Programma internazionale Geoscienze 
	e Geoparchi” (IGGP), esprimendo così il proprio riconoscimento convinto per 
	una gestione integrata ed olistica di eccezionali siti e paesaggi geologici.
 Tra le novità del prossimo futuro segnaliamo la possibilità 
	per il Parco delle Alpi Apuane di potersi fregiare del logo dell’Unesco in 
	una combinazione con il logo specifico del nuovo Programma internazione, 
	come prefigurato nell’immagine qui allegata. Anzi, l’Unesco desidera 
	incoraggiare tutti i Geoparchi mondiali ad usare, per le proprie attività, 
	questi due loghi uniti, con l’obiettivo esplicito di promuovere la 
	visibilità e il raggio d’azione dell’IGGP.
 L’uso del logo è comunque legato a precise disposizioni, che 
	è bene ricordare da subito, onde evitare fraintendimenti ed “incidenti 
	diplomatici”:
 - è soggetto ad autorizzazione ufficiale scritta da parte 
	dell’Unesco;
 - non deve subire alcuna modifica grafica o testuale rispetto 
	a quello ufficialmente assegnato;
 - è escluso ogni suo uso per fini commerciali, tenendo conto 
	che la vendita di beni e servizi, rivolti al profitto, è considerata un fine 
	commerciale;
 - è utilizzabile dal Geoparco per le proprie attività ed è 
	negata ogni possibilità di impiego da parte di soggetti terzi.
 
 Un'ultima considerazione prima di chiudere.
 Non può essere sfuggito che l’esordio di questo nuovo 
	Programma internazionale, a favore di Geoscienze e Geoparchi, cada proprio 
	in un anniversario importante per l’Unesco. La coincidenza di date e il 
	significato di eventi apparentemente lontani, spinge a meditare su quanto 
	accaduto di nuovo 70 anni dopo. Il 16 novembre 1945, all’indomani della fine 
	del secondo conflitto mondiale, 20 paesi usciti dal terrore e dagli orrori 
	della guerra fondavano l’Unesco con un mandato semplice e chiaro: costruire 
	la pace e la comprensione tra le nazioni e gli uomini, attraverso 
	l’educazione, la scienza e la cultura.
 Quanto accaduto a Parigi il 13 novembre 2015 dimostra come la 
	lezione del 1945 non sia servita a tutti e che c’è ancora molto da fare per 
	i diritti umani, le libertà fondamentali, il rispetto universale della 
	giustizia, lo stato di diritto, le relazioni tra i popoli…
 È pur vero che i Geoparchi non cambieranno da soli il mondo… 
	ma possono contribuire a farlo…
 
	
	Antonio Bartelletti 
	
	(18 novembre 2015) 
 
	
	Alberto Putamorsi: “Ancora Geoparco, malgrado tutto…”Alberto Putamorsi, Park President, comments the recent revalidation within 
	the Global Geoparks Network: “It is still Geopark, despite everything…”
 
		
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			“Prima di commentare questo successo abbiamo atteso 
			il verdetto definitivo di sabato scorso, che l’Unesco ha reso 
			finalmente pubblico in Giappone”. Così esordisce Alberto Putamorsi, 
			Presidente del Parco, all’indomani dell’ultimo passaggio formale, 
			che conferma l’area protetta delle Alpi Apuane all’interno della 
			Rete Globale dei Geoparchi. “Eravamo e rimaniamo un territorio 
			d’importanza mondiale per la conservazione e la promozione del 
			patrimonio geologico – continua Putamorsi – L’Unesco ha di nuovo 
			riconosciuto e certificato questo, dopo aver condotto una puntuale e 
			scrupolosa verifica alla fine del primo quadriennio di attività”.Il Presidente ci tiene a spiegarsi meglio: “A giugno 
			sono venuti da noi i Valutatori, come prevede la normale procedura 
			di rivalutazione della Rete Globale.
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	Un Gallese e un Giapponese. Gente esperta e capace di vedere 
	con i propri occhi la situazione nelle Apuane. Con loro abbiamo trascorso 
	cinque giorni intensi di incontri ed escursioni nel Parco senza tralasciare 
	nulla, dalle eccellenze ambientali alle criticità legate alle cave di marmo 
	e ai ravaneti”.Lo stesso Presidente non nasconde la soddisfazione e c’è una 
	punta di orgoglio nelle sue parole: “Ho provato un immenso piacere quando ho 
	letto nel volto dei Valutatori l’apprezzamento sincero per la nostra 
	organizzazione e per il modo in cui gestiamo le strutture d’accoglienza e i 
	percorsi illustrati. Uno speciale stupore l’ho percepito soprattutto quando 
	hanno visitato l’ApuanGeoLab di Equi Terme e la GeoPark Farm di Bosa di 
	Careggine”.
 Putamorsi coglie l’occasione per togliersi qualche sassolino 
	dalle scarpe: “Al primo approccio con i Valutatori ho avuto la netta 
	sensazione che il loro mandato avesse anche una speciale finalizzazione, 
	oltre il normale compito d’istituto. Dalle loro domande e dalle richieste 
	più ricorrenti ho bene intuito che dovevano indagare sul fenomeno estrattivo 
	in modo particolare”.
 Il Presidente è chiaro su questo punto: “Il perché di questo 
	loro speciale mandato è presto detto. Negli ultimi mesi sono fioriti dossier 
	contro il Parco/Geoparco, che sono stati inviati per tutta Italia e tutta 
	Europa. La Rete dei Geoparchi e l’Unesco ne hanno ricevuti diversi, spesso 
	colmi di errori e di esagerazioni, se non di falsità. In quelle pagine 
	oscure e piene di livore abbiamo letto di tutto. Persino di trasformazioni 
	ambientali che vengono addebitate al mancato controllo o all’insensibilità 
	del Parco. Nulla di più falso, perché la stragrande maggioranza di questi 
	eventi è avvenuta fuori dai confini del Parco o prima che il Parco esistesse 
	o comunque in periodi precedenti al riconoscimento come Geoparco”.
 Per Putamorsi l’obiettivo è chiaro: “Conosco i nomi, i 
	cognomi e le sigle di questi professionisti dell’autolesionismo. Evidente ed 
	assurdo è pure il loro intento. Creare un danno al Parco di evidenza 
	sovranazionale per ottenere un cambiamento di leadership nella presidenza e 
	di composizione negli organi”.
 Ultimo commento finale: “Per fortuna ci sono ancora persone 
	capaci di separare il grano dall’oglio… e di distinguere il falso dal vero… 
	e, malgrado tutte le scorrettezze, siamo ancora Geoparco”.
 
	
	Antonio Bartelletti 
	
	(24 settembre 2015) 
 
	
	120 Geoparchi nel Mondo: le Apuane continuano ad esserci…In Japan Unesco decided to include 9 new members in the Global Network; now 
	the Geoparks reaches up to 120 units in the World. China is the first 
	country with its 33 members, while Italy includes nowadays 10 Geoparks 
	thanks to Pollino “new entry”. The Apuan Alps are still present in the 
	Global list.
 
		
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			Oggi si sono conclusi i lavori del 4° Simposio dei 
			Geoparchi dell’area Asia-Pacifico, in programma da martedì 15 
			settembre nelle città giapponesi di Toyooka e Tottori, sotto la 
			regia organizzativa del San’in Kaigan Global Geopark. Passaggio 
			istituzionale di fondamentale importanza, in cui l’Unesco doveva 
			certificare, a consuntivo del 2015, la conclusione di diversi 
			percorsi di ammissione e di rivalidazione all’interno della Global 
			Geoparks Network. In effetti, anche quanto stabilito per le Alpi Apuane, durante il 
			recente Meeting e Conference di Rokua in Finlandia, doveva superare 
			quest’ultimo passaggio formale.
 Nella giornata di venerdì 18 settembre, il 4° 
			Simposio ha ospitato proprio la riunione confermativa del GGN Bureau 
			con l’obiettivo di compilaree, una volta per tutte, la lista 
			ufficiale 2015 dei Geoparchi riconosciuti a livello globale.
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	I risultati di quell’incontro sono stati resi pubblici nel 
	corso della cerimonia conclusiva dello stesso Simposio. Proprio ieri, 
	Patrick Mc Keever (Responsabile della Earth Sciences and Geo-Hazards Risk 
	Reduction Section dell’Unesco) ha ufficializzato le nuove ammissioni e le 
	rivalidazioni. I nuovi Geoparchi sono complessivamente nove e portano il 
	totale da 111 a 120. Essi sono Dunhuang (Cina), Gunung Sewu (Indonesia), 
	Lanzarote (Spagna), Mout Apoi (Giappone), Pollino (Italia), Reykjanes 
	(Islanda), Sitia (Grecia), Troodos (Cipro) e Zhijindong (Cina). Lo stesso Mc Keever ha poi confermato le rivalidazioni 
	europee già anticipate a Rokua. Il cartellino verde, valevole quattro anni, 
	scatta dunque per il Geoparco delle Alpi Apuane insieme ad Haute Provence 
	(Francia), Vulkaneifel (Germania), Maestrazgo (Spagna), Terra Vita Nature 
	(Germania), Copper Coast (Irlanda), Steirische Eisenwurzen (Austria), North 
	West Highlands (Scozia), Naturtejo (Portugal), Sierras Subbeticas (Spagna), 
	English Riviera (Inghilterra), Chemos Vouriakos (Grecia), Muskau Arch (Germania-Polonia), 
	Burren and Cliffs of Moher (Irlanda), Massif du Bauges (Francia) e 
	Villuercas-Ibores-Jara (Spagna).
 Con questi verdetti si aggiorna dunque il panorama mondiale 
	ed europeo dei Geoparchi, alla vigilia di importanti decisioni da parte 
	dell’Unesco sul futuro della Rete,
 Oggi, sulla faccia del pianeta, i 120 Global Geoparks sono 
	presenti in 33 diverse nazioni di cinque continenti. Il maggior contributo a 
	questa lista è offerto dalla Cina con 33 membri, mentre l’Italia, seconda 
	per numero, sale a quota 10.
 Riguardo al continente europeo, le decisioni di Rokua, 
	confermate ieri in Giappone, portano il numero dei Geoparchi europei a 69. 
	Dunque, tutto come nelle più rosee aspettative. L’Italia esce a testa alta 
	da questo tormentato 2015: il Parco nazionale del Pollino è il decimo 
	Geoparco italiano e le Alpi Apuane si confermano nel gruppo.
 
	
	Antonio Bartelletti 
	
	(20 settembre 2015) 
 
	
	Geoparco-Unesco: cartellino verde alle Apuane senza particolari 
	raccomandazioniApuan Alps Global Geopark-Unesco: green card awarded without any serious 
	points for improvement. EGN Coordination Committee votes unanimously this 
	first revalidation since becoming a Global Geopark in 2011. The green score 
	will give better visibility and stronger identity for our Geopark.
 
		
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			Il Coordination Committee della 
			European Geoparks Network ha reso pubblico il proprio responso 
			positivo nella giornata finale della 13.ma Conference della stessa 
			organizzazione. Il Parco Regionale delle Alpi Apuane (altrimenti 
			detto Apuan Alps Global Geoparks) continuerà, per i prossimi quattro 
			anni, a far parte della Rete Globale dei Geoparchi, che svolge la 
			propria attività sotto gli auspici e il controllo dell'Unesco. La 
			consegna del diploma è avvenuta questa sera nel Geoparco di Rokua, 
			non lontano da Oulu in Finlandia.Risultato per niente scontato alla vigilia, nonostante i buoni 
			giudizi espressi da due Valutatori della GGN, che hanno visitato le 
			Apuane e valutato il lavoro del Geoparco nello scorso mese di 
			giugno. Diversi fattori hanno reso l'esito non facilmente 
			pronosticabile come in passato. In primo luogo si è registrata una 
			più rigorosa e letterale applicazione delle regole di 
			ammissione/conferma.
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	Non per niente, durante questa sessione 
	annuale, solo tre su dieci aspiranti Geoparchi hanno superato l'esame. Anche 
	in merito alle rivalidazioni quadriennali c'è stata una mano più pesante da 
	parte del Coordination Committee. Dei sei Geoparchi ammessi nel 2011 insieme 
	alle Apuane, ben due hanno ricevuto il cartellino giallo (Sierra Norte de 
	Sevilla in Spagna e Katla in Islanda) e pertanto sono stati rimandati ad una 
	prova suppletiva di riparazione tra due anni.Ulteriore aspetto non secondario di criticità specifica per le Apuane si era 
	già palesata durante la visita dei Valutatori per effetto di dossier 
	ricevuti dalla Rete dei Geoparchi sulla gestione e controllo delle attività 
	estrattive. Lungo il percorso di rivalidazione, il Parco delle Apuane ha 
	avuto modo di dimostrare, con dati alla mano, la strumentalità, 
	l'enfatizzazione e persino la falsità di molte informazioni trasmessi da 
	soggetti avversi a prescindere al Geoparco, che qui non meritano alcuna 
	citazione.
 Il giudizio del Coordination Committee è risultato chiaro e netto nei 
	confronti delle Alpi Apuane: esito favorevole a voto unanime con le sole 
	raccomandazioni già scritte nel Revalidation Report. In sintesi, bisogna 
	confermare il buon lavoro svolto nei primi quattro anni e rafforzarlo con 
	politiche di networking, dando al progetto "Geoparco" maggiore visibilità ed 
	identità.
 Gran parte del Coordination Committee di Rokua è stato dedicato a quanto 
	potrà accadere i primi di novembre a Parigi nell'Assemblea generale 
	dell'Unesco. In quel contesto, la Rete globale potrebbe ottenere una 
	promozione all'interno dei piani e progetti della medesima organizzazione 
	internazionale delle Nazioni Unite. Le condizioni ci sono tutte e gli ultimi 
	passaggi burocratici non dovrebbero recare sorprese in negativo.
 Ultima doverosa citazione per i nuovi quattro Geoparchi europei che entrano 
	da oggi a far parte di questa grande famiglia giunta ormai al numero totale 
	di 69 membri.
 Un caloroso benvenuto agli amici di Reykjanes (Islanda), Pollino (Italia), 
	Sitia (Grecia) e Troodos (Cipro).
 
	
	Antonio Bartelletti 
	
	(5 settembre 2015) 
 
	
	Quale cartellino per il Geoparco delle Apuane? Il risultato a Rokua 
	(Finlandia) dopo quattro anni nella GGN-UnescoWhat card for the Apuan Alps Geopark?
 The result will be communicated in Rokua (Finland) during the 36th 
	Coordination Committee Meeting of the European Geoparks Network.
 
		
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			Il giorno del responso per le Alpi Apuane arriverà in 
			questo angolo ovattato della Finlandia settentrionale, tra foreste 
			di pino silvestre e brughiere a licheni che ricoprono esker 
			sabbiosi, al limite di paludi e laghi scavati dalla grande calotta 
			glaciale pleistocenica. Paesaggi da cartolina nordica appena fuori 
			l’albergo che ospita il Coordination Committee dell’EGN, riunito qui 
			per il suo 36° Meeting, nel cuore più verde del Geoparco di Rokua. L’organo direttivo dei Geoparchi europei potrà 
			prendere atto o meno dei giudizi e dei commenti riportati nel 
			Revalidation Report, redatto e sottoscritto da Mahito Watanabe 
			(Coordinatore del Gruppo di Ricerche Paleogeodinamiche del Servizio 
			Geologico del
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	Giappone) e da Julian Atkins (Direttore del Geoparco Fforest 
	Fawr e del servizio di gestione territoriale del Parco Nazionale di Brecon 
	Beacons in Galles). Nello scorso mese di giugno, durante la loro missione nelle 
	Alpi Apuane, questi due Valutatori hanno avuto modo di verificare di persona 
	le principali attività e le strutture esistenti nel territorio del nostro 
	Parco/Geoparco, misurando i progressi realizzati dopo quattro anni di 
	adesione al Global Geoparks Network. Watanabe e Atkins hanno analizzato il 
	lavoro svolto dalla struttura operativa del Parco/Geoparco, come è possibile 
	leggere in modo esplicito nelle 22 pagine del loro Revalidation Report. 
	Alcune loro frasi sono particolarmente significative, là dove si legge che i 
	Geositi visitati durante la missione si trovano in buonissima condizione e 
	sono forniti di una interpretazione di buona qualità dei fenomeni geologici 
	presenti attraverso i pannelli illustrativi posti in opera. Inoltre, quello 
	delle Alpi Apuane è visto come un giovane geoparco che è stato ben 
	organizzato nei primi quattro anni di adesione alla Global Geoparks Network, 
	con particolare riferimento a due attrazioni chiave per i visitatori: l'ApuanGeoLab 
	di Equi Terme e la Geopark Farm di Bosa di Careggine. Inoltre, la carta 
	geoturistica ed escursionistica (insieme alla gemella di carattere 
	ambientale), la carta geomorfologica e neotettonica e i diversi dépliant 
	hanno incrementato le informazioni per i visitatori. Nuovi itinerari sono 
	stati realizzati, tra cui il percorso delle Marmitte dei Giganti del M. 
	Sumbra e l'Area archeomineraria della Cappella.
 Ovviamente non tutto è stato ritenuto al top delle 
	possibilità e dunque non sono mancate raccomandazioni per il futuro, 
	soprattutto riguardo alla visibilità del Geoparco e alla necessità di farlo 
	meglio distinguere, per attività e gestione, rispetto al Parco Regionale. 
	Nel merito della questione cave, è stata riportata soltanto l'indicazione di 
	sviluppare un progetto pilota sperimentale di recupero dei residui di 
	lavorazione delle cave (ravaneti) per ridurre l'impatto sul paesaggio del 
	Geoparco.
 Se a Rokua sarà "Green Card" il Geoparco delle Alpi Apuane potrà permanere 
	altri quattro anni nella Rete Globale dei Geoparchi.
 
	
	Antonio Bartelletti 
	
	(2 settembre 2015) 
 
	Il Parco è primo nella graduatoria regionale per i progetti semplici di 
	cooperazione internazionaleThe Park project is at the 
	top of the regional ranking concerning the international cooperation. The 
	proposal is a first small step in support of the Tataouine Geopark in 
	Tunisia. Democratization processes and sustainable local development are the 
	general goals, despite the limited budget available.
 
		
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			Il Parco delle 
			Alpi Apuane mette finalmente a segno un primo importante risultato 
			nel campo della cooperazione internazionale, dopo alcuni tentativi 
			non andati a buon fine su recenti bandi europei e nazionali. La 
			Regione Toscana ha da poco pubblicato l’elenco dei “Progetti 
			semplici 2015” ammessi a contributo, premiando la proposta avanzata 
			nello scorso mese di maggio. In effetti, la graduatoria relativa 
			all’asse “1- cooperazione internazionale”, vede il progetto del 
			Parco collocarsi al primo posto di una lista di 19 soggetti 
			proponenti, con 95,42 punti totali.Il titolo del progetto ammesso a contributo è “educazione alla 
			gestione territoriale partecipata quale elemento di sviluppo e 
			consolidamento del processo democratico tunisino”. Al cuore della 
			proposta vi è la necessità di operare un travaso di esperienze 
			formative a favore dell’Office National des Mines di Tunisi e di 
			alcune associazioni locali della regione di Tataouine, per 
			consentire le condizioni utili
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	all’istituzione 
	partecipata di un Geoparco nel sud dello stesso paese nord-africano. 
	L’obiettivo generale è dunque contribuire, nel piccolo, ai processi di 
	democratizzazione e decentramento in Tunisia, nonché sostenere lo sviluppo 
	dei sistemi economici territoriali di un’area sensibile del Mediterraneo. Si 
	tratta, in definitiva, di una primo concreta attuazione delle direttive 
	presenti nel Protocollo d’intesa firmato lo scorso 5 dicembre tra il Parco/Geoparco 
	delle Apuane e l’Office National des Mines (ovverosia il Servizio Geologico 
	Nazionale della Tunisia).Il “Geoparco dei Dinosauri” a Tataouine è veramente un obiettivo concreto e 
	già verificato come fattibile dal Parco nel 2014, all’interno di un 
	precedente “Progetto strutturante”, gestito dall’O.N.G. “Medina” di Borgo S. 
	Lorenzo. Ad oggi, gli impedimenti all’istituzione dell’area protetta 
	tunisina sono dipesi da diversi fattori, soprattutto di organizzazione dei 
	servizi e di individuazione del soggetto gestore locale, all’interno di una 
	cornice di difficili rapporti di comunicazione tra società civile e poteri 
	pubblici centrali e periferici.
 Il Progetto semplice 2015 ambisce dunque a costruire e promuovere un sistema 
	economico territoriale basato sull’approccio e la metodologia della Rete 
	Mondiale dei Geoparchi, così come definiti dall’Unesco, al fine di favorire 
	i processi democratici insieme allo sviluppo locale sostenibile. Nonostante 
	il limitato budget a disposizione (42.186 euro tra risorse investite e 
	valorizzate), questa proposta prevede diverse azioni sinergiche, tra cui 
	l’elaborazione di un piano formativo; uno stage di approfondimento 
	teorico-pratico nel Parco/Geoparco delle Alpi Apuane; un seminario di 
	restituzione dei risultati in Tunisia; la formazione di un Comitato di 
	pilotaggio locale per l’istituzione del Geoparco, dove sia possibile tentare 
	una mediazione dei conflitti legati alla gestione del territorio.
 Il soggetto promotore del Progetto semplice 2015 è ovviamente il Parco 
	Regionale delle Alpi Apuane con l’Office National des Mines come partner 
	principale e corrispondente soggetto animatore sul territorio tunisino. 
	L’organizzazione non-governativa locale è rappresentata dall’Association des 
	Jeunes – Béni Khédache, senza dimenticare gli apporti conoscitivi ed 
	esperienziali che verranno forniti dell’Istituto di Geoscienze e Georisorse 
	(I.G.G.) del Consiglio Nazionale delle Ricerche (C.N.R.), nonché del Gruppo 
	di Azione Locale (G.A.L.) Garfagnana Ambiente e Sviluppo.
 
	
	Antonio Bartelletti 
	
	(24 agosto 2015) 
 
	
	“Fantasie della Terra”: una grande mostra fotografica di Luca 
	Bracali a Bosa, Campocatino ed Orecchiella“Fantasies of the Earth”: a great photo exhibition by Luca Bracali in Bosa 
	Geopark Farm, Campocatino Information Point and Orecchiella Visitor Centre, 
	from 8th to 23rt August 2015.
 
		
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			Le immagini fotografiche sono spesso dispensatrici di profonde 
			emozioni e, quando alla tecnica si aggiunge l’arte, la foto d’autore 
			si trasforma in oggetto di straordinaria comunicazione poetica. Luca 
			Bracali – fotografo, documentarista ed esploratore – conferma tutto 
			questo nella sua suggestiva mostra dal titolo “Fantasie della 
			Terra”, in cui riesce a abilmente legare, nella dinamica delle 
			immagini, inconsueti giochi di forme e di colore che, in certi 
			luoghi e in certi momenti, la Terra sa regalarci.A dire il vero i luoghi dell’esposizione di 
			Luca Bracali sono addirittura tre ed insieme propongono un 
			itinerario immaginifico tra l’Appennino e le Alpi Apuane attraverso 
			la Garfagnana.
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	Tre mostre in contemporanea sia nel periodo e sia 
	nell’orario di apertura. Da sabato 8 fino a domenica 23 agosto, dalle ore 10 
	alle 18. Nel Centro visitatori dell’Orecchiella, Luca Bracali propone 
	“Tributo al Pianeta Terra”, mentre nell’antico edificio della Geopark Farm 
	di Bosa di Careggine è di scena “2015 anno della Luce”, reinterpretazione 
	personalissima del tema internazionale proclamato dalle Nazioni Unite ed 
	affidato all’Unesco per il corrente anno. Conclude la proposta espositiva un 
	tema floristico – “A Rose is a Rose is a Rose” – che trova accoglienza 
	presso il Punto informazione del Parco a Campocatino, riaperto proprio da 
	pochissimi giorni dopo un intervento di manutenzione.
 Soprattutto le immagini delle due prime mostre sono un vero 
	tributo al pianeta Terra. Bracali ne è convinto, quando racconta il suo 
	lavoro come “è un doveroso omaggio al nostro mondo, quello che calpestiamo 
	ogni giorno e nel quale siamo nati e cresciuti, al quale ognuno di noi credo 
	debba rendere merito. E ognuno di noi – voglio immaginare – lo faccia a 
	proprio modo. Io personalmente lo faccio con le immagini, sperando che siano 
	esse motivo di stimolo e di rispetto verso quel mondo che ci è stato donato 
	dai nostri genitori, ma che se continuiamo su questa strada non lasceremo 
	certamente ai nostri figli”…
 Come dargli torto… e, soprattutto, come rinunciare ad 
	un’occasione irripetibile come questa…
 
	
	Antonio Bartelletti 
	
	(14 agosto 2015) 
 
	
	Una settimana di immersione totale nelle Alpi Apuane: si è conclusa la 
	visita dei Valutatori inviati dalla Rete mondialeOne week of full immersion in the Apuan Alps with two Evaluators designated 
	by the Global Geoparks Network: their visit ended yesterday.
 
		
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			Al termine del quarto anno di partecipazione alla 
			Rete mondiale dei Geoparchi è giunto il momento del tagliando di 
			verifica per il Parco Regionale delle Alpi Apuane. Si tratta di una 
			procedura ordinaria, a cui sono sottoposti ciclicamente tutti i 
			membri della Rete, per consentire l’espressione di un giudizio 
			corretto sulle iniziative messe in campo e sui miglioramenti 
			organizzativi raggiunti. Dunque, un modo concreto di valutare, fatto 
			di incontri diretti e di riscontri tangibili, dopo aver percorso in 
			lungo e in largo tutta l’area protetta, seguendo un approccio 
			pragmatico e di prima mano.Nel meeting primaverile di Parigi, presso la sede 
			centrale dell’Unesco, la EGN-GGN ha individuato i due Valutatori per 
			le Alpi Apuane. La regola vuole che siano diversi da quelli di 
			quattro anni fa e di
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	nazionalità differente tra di loro (ovviamente non italiana). 
	Questa volta a farci visita è toccato ad un gallese e ad un giapponese, dopo 
	aver studiato attentamente la copiosa documentazione a loro inviata, tra cui 
	le schede di autovalutazione e le relazioni su quanto fatto nel quadriennio.Da lunedì 15 a venerdì 19 giugno i due Valutatori sono stati nostri ospiti e 
	hanno potuto partecipare a visite ed escursioni. Non sono mancati gli 
	incontri con le “persone”, sia con amministratori del Parco e degli enti 
	locali, sia con i diversi attori pubblici e privati a cui si devono le 
	attività fondamentali del Geoparco. La classica audizione con gli 
	stakeholder si è svolta martedì pomeriggio e ha dato luogo ad un dibattito 
	quanto mai interessante perché valorizzato da posizioni e considerazioni tra 
	di loro articolate. Differenze di vedute emergono naturalmente quando si è 
	costretti a trarre un bilancio tra le aspettative iniziali e i risultati 
	offerti dalla partecipazione alla Rete dei Geoparchi. Ad ogni modo, sono 
	stati di gran lunga prevalenti gli interventi di coloro che hanno visto il 
	bicchiere mezzo pieno e forse di più.
 La visita – preventivamente concordata con i due Valutatori – ha passato in 
	rassegna le principali attività e strutture esistenti nel territorio delle 
	Alpi Apuane. Dalla Geopark Farm di Bosa di Careggine, con il suo concentrato 
	di servizi ed iniziative agricolo-naturalistico-didattiche, fino alla 
	fruizione delle opportunità geoturistiche del Corchia Underground System di 
	Levigliani di Stazzema. Nel ricco programma svolto non potevano mancare 
	nuove e recenti offerte di documentazione e valorizzazione territoriale (ApuanGeoLab 
	di Equi Terme, percorso attrezzato delle “Marmitte dei Giganti” del M. 
	Sumbra, ecc.), a fianco di strutture e proposte territoriali ormai 
	consolidate (Orto Botanico di Piano della Fioba, Area archeomineraria della 
	Pieve della Cappella, ecc.).
 Intervallati ad incontri ed itinerari di fruizione guidata, si sono tenuti 
	diversi eventi di degustazione di piatti e prodotti della tradizione 
	eno-gastronomica diversamente diffusa nelle varie aree culturali delle Alpi 
	Apuane. Questa particolare proposta di lettura della qualità del territorio 
	non si è svolta unicamente presso ristoranti o altre strutture certificati 
	dal Parco. In effetti, una specifica iniziativa – estratta dal programma 
	2015 di “Cibiamoci di Parco” – ha avuto luogo presso la Geopark Farm di Bosa 
	di Careggine, con proposte innovative di utilizzo in cucina di prodotti 
	locali di qualità biologica.
 Quasi al termine della visita, è stato offerto un momento di 
	suggestione particolare nella splendida cornice di cime che fa da ali al 
	Monte Forato. Con piacevole sorpresa, i due Valutatori hanno partecipato, 
	come ospiti d’onore, al concerto di aree pucciniane che apriva la 18.ma 
	edizione del Festival “Solstizio d’Estate”, dopo aver preso parte alla cena 
	popolare per le strade di Volegno di Stazzema.
 
	
	Antonio Bartelletti 
	
	(20 giugno 2015) 
 
	
	Da miniere e minerali nuovi stimoli per promuovere il patrimonio 
	geologico in Alta VersiliaNew ideas originate from mines and minerals to promote the geological 
	heritage in Alta Versilia.
 
		
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			Il Comune di Stazzema ha puntato forte sulla 7a Giornata Nazionale 
			delle Miniere, proponendo un programma ben condito di convegni sul 
			patrimonio archeominerario, mostre di minerali rari dell’area ed 
			escursioni a siti minerari dismessi. Molti enti ed associazioni 
			hanno aderito a questa prima edizione versiliese di un evento 
			nazionale che l’ISPRA è riuscita a concentrare nelle giornate di 
			sabato 30 e domenica 31 maggio 2015 in ben 47 diverse località 
			italiane. Anche il Parco delle Alpi Apuane ha voluto recare il 
			proprio contributo e lo ha fatto con un sostegno organizzativo 
			tangibile al programma stazzemese, a dimostrazione di quanta 
			importanza riponga nella conservazione e valorizzazione degli ex 
			siti minerari compresi nel proprio territorio, soprattutto 
			distribuiti nell’area dell’Alta Versilia.Di tutto il programma – stilato dai consiglieri comunali Olobardi e 
			Tovani – particolare rilievo ha assunto il Convegno sul “Patrimonio 
			archeominerario versiliese”,
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	tenutosi presso l’albergo “Raffaello” di Levigliani nel pomeriggio di sabato 
	scorso.Ancora una volta, la relazione introduttiva di Cristian Biagioni ha 
	aggiornato un quadro in rapidissimo divenire sulle nuove scoperte 
	mineralogiche soprattutto nei siti minerari dell’Alta Versilia. Meno di due 
	anni fa, durante un analogo incontro, lo stesso relatore ricordava le 25 
	nuove specie rinvenute nelle Apuane dal 1852 ad oggi, con un impennata 
	clamorosa nelle scoperte a partire dagli anni 90 dello scorso secolo. Ad 
	oggi, altre 5 nuove specie mineralogiche si sono aggiunte al report del 
	2013, portando così il totale provvisorio a 30, anche perché ulteriori 
	acquisizioni si profilano all’orizzonte. Va inoltre detto che, di queste 
	nuove specie, ancora 14 risultano esclusive di località tipo delle Alpi 
	Apuane in cui sono state scoperte.
 I nomi delle “new entries” sono al solito curiosi e talvolta non 
	particolarmente facili e musicali all’ascolto. Fa piacere comunque che una 
	di queste emergenze mineralogiche – chiamata andreadiniite – sia stata 
	dedicata proprio ad Andrea Dini, un valente e giovane studioso dell’Istituto 
	di Geoscienze e Georisorse del CNR di Pisa, che in passato ha collaborato 
	anche con il Parco.
 A parere di Cristian Biagioni, la ricchezza minerale delle Apuane non va 
	stimata soltanto con le esclusività mondiali, ma pure con la geodiversità 
	mineralogica presente nello stesso territorio. In effetti, degno di nota è 
	pure il numero complessivo delle specie qui presenti – oggi quantificato in 
	275 – e soprattutto le diverse mineralizzazioni rinvenibili in vari siti 
	minerari. Negli ultimi tempi – ad esempio – presso l’ex Miniera di Monte 
	Arsiccio, vicino a S. Anna di Stazzema, hanno destato un interesse 
	internazionale proprio le mineralizzazioni a tallio, mercurio ed arsenico, 
	entro cui – tra l’altro – sono stati rinvenuti alcuni solfosali esclusivi. 
	Questo cantiere minerario, quasi trascurato in passato dagli studi di 
	mineralogia, è balzato improvvisamente agli onori della cronaca, 
	dimostrandosi un potenziale geosito mineralogico di valore globale. Sulla 
	scia di queste ricerche di base è stato possibile anche scoprire l’alto 
	tasso di tallio presente nelle acque superficiali e soprattutto in quelle 
	destinate al consumo umano nell’area di Valdicastello Carducci, che si trova 
	immediatamente a valle delle ex Miniere di Monte Arsiccio e Pollone.
 Mai come in questo caso, da una ricerca di base sono venute conoscenze 
	inattese per sviluppi applicativi, sia verso la promozione del patrimonio 
	geologico, sia per la tutela della salute delle popolazioni residenti.
 
	
	Antonio Bartelletti 
	
	(5 giugno 2015) 
 
	
	Proposta “Geoparchi-Unesco”. Gli ultimi due scalini prima 
	della meta?...“Unesco-Geoparks” Proposal. Will they be the last two steps before the 
	finish?...
 
		
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			Il quartier generale dell’Unesco ha accolto i 
			rappresentanti dei 64 Geoparchi europei per il consueto incontro di 
			primavera del Comitato di coordinamento, in una Parigi 
			supercontrollata dalle forze dell’ordine e sferzata da un vento 
			freddo quasi invernale. La speranza è che sia uno degli ultimi 
			Meeting dell’EGN sulla via di un traguardo tanto atteso, ovverosia 
			il riconoscimento come “Iniziativa Unesco” dell’attività europea e 
			mondiale dei Geoparchi. In verità, manca ancora un passaggio 
			intermedio a fine aprile all’interno dell’Executive Board, a cui 
			dovrebbe aggiungersi un passaggio finale, a novembre, presso la 
			General Conference.  |  
	
	I responsabili della Rete europea esprimono oggi un cauto 
	ottimismo, ma nessuno di loro si sbilancia, perché le sorprese possono 
	nascondersi dietro l’angolo e non c’è autorità che possa garantire il 
	risultato al di là del merito.Si ricorda che il percorso verso l’Iniziativa “Unesco-Geoparks” è iniziato 
	formalmente nel novembre 2011, con l’approvazione della risoluzione 36 C/14 
	da parte della Conferenza Generale dell’Unesco. Il mandato è stato quello di 
	esplorare la possibilità di definire un futuro ruolo della stessa 
	organizzazione internazionale nel campo della conservazione e valorizzazione 
	del patrimonio geologico, cooperando con la Rete Globale dei Geoparchi.
 Il 35° Meeting di Parigi, concluso da pochi giorni, ha lasciato 
	significativo spazio a questo tema di grande attualità nella giornata 
	iniziale. Oltre il pregio e la considerazione conseguibili da un simile 
	obiettivo, l’intero movimento dei Geoparchi comprende bene quali scenari e 
	quanti benefici potrebbero aprirsi in futuro. Non solo una più stretta 
	collaborazione e un controllo più accurato da parte dell’Unesco, non solo lo 
	sviluppo di sinergie con altri progetti e programmi internazionali, ma anche 
	la possibilità di usare il logo prestigioso della stessa organizzazione 
	internazionale.
 Durante il Meeting dell’EGN è avvenuta anche l’elezione del Coordinatore, 
	del Vice-Coordinatore e dell’Advisory Committee, con una sostanziale 
	conferma delle figure uscenti. Si segnala, in particolare, Nickolas Zouros 
	come Coordinatore continentale e Maurizio Burlando come componente del 
	Comitato consultivo.
 Inoltre, il Comitato di coordinamento ha proclamato il Geoparco di Lanzarote 
	in Spagna 65° membro della Rete europea e ha ammesso, alla prova dei 
	valutatori, 10 nuovi aspiranti Geoparchi europei, tra cui il Parco nazionale 
	del Pollino. Le rivalidazioni per il biennio 2014-2015 ammontano addirittura 
	a 18, tra cui quella delle Alpi Apuane.
 Durante un’iniziativa collaterale al Meeting, incentrata 
	sull’esposizione di prodotti tipici dei Geoparchi europei, il Coordinatore 
	nazionale Aniello Aloia ha organizzato un breve incontro tra i rappresentati 
	italiani e il dott. Francesco Tafuri, Delegato permanente aggiunto 
	dell’Italia presso l’Unesco. Quest’ultimo ha significato ai presenti 
	l’interesse e l’attenzione della delegazione diplomatica italiana verso gli 
	sviluppi del progetto “Geoparchi”, augurando il miglior risultato in sede 
	Unesco.
 
	
	Antonio Bartelletti 
	
	(7 aprile 2015) 
 
	
	Paesaggi apuani in controluce…Apuan Alps’ landscapes against the light…
 
		
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			“Saepius opinione quam re laboramus”(Seneca, Epist., 13, 4)
 
 Finalmente! Abbiamo il Piano paesaggistico.
 L’avverbio non può ancora tributare valore ad un lavoro così 
			faticoso e sofferto, ma sancire soltanto che la lunga attesa è 
			giunta al suo termine. Per giudicare il Piano regionale bisognerà 
			leggerlo attentamente e soprattutto bisognerà metterlo in opera. Più 
			che la conoscenza, più che la comprensione, sarà decisiva 
			l’applicazione. Solo a quest’ultimo punto potremo stabilire il 
			valore e l’efficacia di ogni sua parte.
 L’osservazione non sembri ovvia e scontata, perché 
			molti, negli ultimi mesi, hanno parlato del Piano paesaggistico 
			senza neppure conoscerlo, senza
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	averne sfogliato una pagina. E spesso lo hanno fatto 
	per puro esercizio ideologico, prendendo parte alla disputa a prescindere da 
	una valutazione serena nel merito. La difesa di interessi profondamente 
	sentiti spiega forse i loro impulsi istintivi, ma non potrà mai salvarli dal 
	peccato di presunzione. Che dire poi della nutrita schiera di cattivi maestri che hanno voluto 
	stonare in questo melodramma. Conoscevano bene il pezzo dalla melodia 
	semplice e allineata sui toni medi, ma più forte è stata la tentazione di 
	stupire con inutili virtuosismi. E così i soliti tromboni, imbracciato il 
	piffero magico, sono saliti di più ottave e hanno fischiato in falsetto le 
	note del pentagramma. Nel baratro della disonestà intellettuale hanno poi 
	spinto gli allievi idioti al loro seguito. Né i maestri, né i discepoli si 
	salveranno dal peccato di ipocrisia.
 Vanno poi ricordate le mirabili gesta compiute dall’opposta riva, dove non è 
	stata soltanto legittima difesa dei propri interessi e profitti. Ingiusto è 
	farsi scudo di paure e ansie di operai e famiglie che, con fatica e sudore, 
	hanno costruito le loro fortune. Inutile e vano è agitare lo spettro della 
	crisi, perché non ci sarà miseria irreparabile nel futuro. La ricchezza 
	strappata alla natura troppo voracemente, può essere meglio centellinata 
	come il più nobile dei vini. Un sorso breve e meno frequente, per un 
	benessere più diffuso e prolungato. È quasi impossibile che questi uomini si 
	salvino dal peccato di avidità.
 In primavera avevamo scritto che non ci sarebbero stati vincitori tra le 
	parti in lotta e così è stato poiché tutti oggi sono scontenti. Qualcuno ha 
	poi detto che, intorno al Piano, si è combattuta una battaglia di lobbies e 
	non ha sbagliato. Non c’è da stupirsi del fatto in sé, ma dell’intensità 
	della tempesta mediatica scatenata.
 Il Parco ha assistito in un silenzio claustrale assoluto ed è stato 
	spettatore ferito da uno scontro senza precedenti, dove si è mescolato 
	pregiudizio, ignoranza e falsità. Si è preferito non replicare alle offese 
	gratuite, alle palesi falsità e ai giudizi immotivati, confidando nel tempo 
	come il migliore giudice di fatti e comportamenti.
 Rimangono comunque i dossier ignobili fatti circolare, trasformati in 
	libelli infamanti e diffamatori. Rimangono le ferite morali subite, 
	soprattutto quando si voleva fare del Parco il capro espiatorio di tutto. 
	Non si conoscono ancora i danni patiti, perché il loro effetto è rimandato 
	nel tempo.
 Oggi, il Parco accoglie il Piano paesaggistico senza emozioni e non prova né 
	gratificazione, né amarezza. La reazione sarebbe stata la stessa in 
	qualsiasi modo fosse stato scritto. È un atto sovraordinato e dunque va solo 
	messo in pratica nella sua espressione autentica ed originale, senza 
	adattamenti applicativi. Non si chieda al Parco di smussare o di acuire gli 
	eventuali spigoli, perché non c’è modo di interpretare un disegno fatto da 
	altri. Così è e così resta, per merito o difetto di chi lo ha voluto.
 Vorrei concludere con la visione ermetica di un panorama delle Alpi Apuane 
	in controluce. Interposto tra l’osservatore e il sole, questo paesaggio può 
	essere lo specchio di come saranno queste montagne in futuro per effetto di 
	questo Piano. L’immagine non è chiara perché non scarta nessuna delle 
	ipotesi sul campo. Guardare un panorama in controluce è come guardarlo in 
	trasparenza, dare risalto ai contorni illuminati e rendere più netti gli 
	skyline. Ma un paesaggio in controluce è anche un’immagine priva di 
	dettagli, con le ombre che appiattiscono e negano la percezione delle cose.
 In una sorta di Rashomon proiettato in avanti, tutte le 
	ipotesi future hanno diritto di asilo oppure nessuna di esse è completamente 
	vera. L’immagine vuole forse dimostrarci come tutto sia relativo e come ogni 
	realtà abbia più di un volto e più di una ragione…
 
	
	Antonio Bartelletti 
	
	(28 marzo 2015) 
 
	
	Più tutela della geodiversità in Toscana anche grazie al GeoparcoIn Tuscany more protection for geodiversity thanks to the Geopark too
 
		
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			La nuova legge Toscana sulla conservazione e 
			valorizzazione del patrimonio naturalistico-ambientale presenta 
			alcune novità di tutto rilievo, anche rispetto al quadro normativo 
			nazionale. Tra queste è da segnalare l’attenzione rivolta al 
			riconoscimento della geodiversità e alla sua promozione. Alcuni 
			articoli della legge pongono, quasi sullo stesso livello, la 
			biodiversità e la geodiversità del territorio regionale, poiché 
			aspetti correlati e tra loro inscindibili della diversità ambientale 
			della Toscana.Particolare soddisfazione offre la lettura dell’art. 
			67, comma 2, in cui la Regione Toscana esprime, a chiare lettere, la 
			volontà di concorrere alla conservazione e valorizzazione del 
			patrimonio geologico e della geodiversità, attraverso il 
			riconoscimento dei geositi
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	d’interesse regionale. Non si tratta di una mera 
	dichiarazione di principio e di soli intenti, poiché altri due articoli 
	della nuova legge – il n. 95 e il 199 – sono specificamente dedicati 
	all’argomento con indirizzi operativi. E pensare che tutto è partito, la scorsa estate, da una proposta di legge 
	che quasi cancellava o, comunque, riduceva ai minimi termini l’interesse 
	conservazionistico verso i siti geologici. In modo del tutto irrituale, la 
	norma originale intendeva far sopravvivere soltanto quei “geotopi” (così 
	ancora chiamati) convertibili in parchi, riserve naturali o come SIC o ZPS. 
	Una cosa difficile a realizzarsi e dunque destinata a non produrre effetti, 
	tenuto conto delle modeste dimensioni di tali beni e del prevalente, se non 
	esclusivo, loro valore geologico.
 Per fortuna, c’è stata una correzione in corso d’opera, a seguito delle 
	puntuali osservazioni presentate da Federparchi alla Regione Toscana. In 
	questi ultimi mesi, la Sesta Commissione consiliare è ritornata 
	sull’argomento e ha fatte proprie molte considerazioni sulla geodiversità, 
	traducendole poi in norma definitiva. Quello sui geositi, in particolare, è 
	stato un emendamento presentato da Federparchi, ma che nasce dalla stesura 
	affidata allo Staff tecnico del Geoparco delle Alpi Apuane, sulla base 
	dell’esperienza maturata in questi anni.
 Oggi, la nuova legge consente di arrivare finalmente ad un elenco regionale 
	dei geositi, a conclusione di un censimento da effettuarsi secondo principi 
	praticabili e metodologie attendibili, che devono riferirsi a quanto 
	stabilito dall’ISPRA in sede nazionale. La proposta di Federparchi 
	richiedeva soprattutto la tutela e la conservazione della geodiversità, 
	mentre la nuova legge ha mitigato l’azione vincolistica in “riconoscimento e 
	valorizzazione”. Tuttavia, è stata sancita l’identificazione dei geositi 
	d’interesse regionale come “invarianti strutturali” e dunque è riconosciuta 
	una loro specifica tutela all’interno degli strumenti di pianificazione 
	territoriale e negli atti di governo del territorio, a qualsiasi livello. Vi 
	è poi il comma 6 dell’art. 95 che offre la possibilità – ai parchi 
	regionali, agli enti locali e alla stessa Regione – di promuovere progetti 
	di valorizzazione e di educazione ambientale sui geositi di propria 
	competenza, in attuazione di obiettivi determinati dal Piano Ambientale ed 
	Energetico Regionale.
 Una piccola criticità rimane ancora nella definizione di “geositi”, poiché 
	il nuovo provvedimento ha voluto conservare quanto scritto nell’art. 2 della 
	L.R. 56 del 2000. Si tratta di un’enunciazione un po’ datata, che parla 
	ancora e soltanto di forme naturali del territorio e non di strutture 
	geologiche e neppure di elementi, zone o località. Sembra poi che il valore 
	dei geositi sia soltanto quello ambientale, scientifico e didattico, non 
	tenendo conto di altri valori d’uso, entrati a titolo definitivo negli 
	assessment method, tra cui il valore economico, ricreativo, culturale, 
	estetico, ecc.
 Inoltre, l’art. 119 della nuova legge detta disposizioni transitorie per la 
	verifica dei geositi già riconosciuti con atti straordinari del Consiglio 
	Regionale, per recuperare i ritardi nell’applicazione delle vecchie norme 
	sui geotopi. In particolare, la disposizione transitoria si pone l’obiettivo 
	di non disperdere il lavoro svolto durante i censimenti dei geositi nelle 
	province di Siena e Grosseto.
 La nuova legge dimostra un rinnovato e più forte interesse 
	verso il patrimonio geologico regionale non soltanto con le norme 
	riguardanti la geodiversità. Ancora prima dell’annunciata riforma della 
	legge nazionale n. 394/91, questa omologa legge regionale riconosce ai 
	parchi nazionali geominerari il diritto di entrare, a pieno titolo, nel 
	sistema delle aree naturali protette. I contenuti dell’art. 2, comma 2, 
	premiamo dunque le battaglie condotte dal Parco tecnologico-archeologico 
	delle Colline Metallifere (Tuscan Mining Geopark) per questo “storico” 
	riconoscimento.
 
	
	Antonio Bartelletti 
	
	(3 marzo 2015) 
 
	
	Da Forum a Commissione nazionale: il coordinamento dei 
	Geoparchi italiani cambia nome e prospettivaFrom Forum to National Commission:
 the Italian Geoparks Organization changes 
	its name and outlook
 
		
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			La riunione di martedì 17 febbraio a Roma, ha segnato un passo 
			decisivo per il futuro prossimo venturo dei Geoparchi italiani. Nel 
			cambio del nome c’è l’ambizione di poter rappresentare ancora meglio 
			i molti interessi, istituzionali ed associativi, che ruotano attorno 
			alla gestione del patrimonio geologico italiano. Da ora in avanti sarà la Commissione nazionale dei Geoparchi e non 
			più il Forum a presentarsi come interlocutore della Global Geoparks 
			Network, in attesa degli sviluppi in corso presso
 l’Unesco.
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	Per la definitiva composizione della Commissione saranno necessari solo 
	piccoli aggiustamenti ed alcune integrazioni di rappresentanza, sempre con 
	il principio di lasciare ai Geoparchi italiani il ruolo prevalente nella 
	Commissione e le funzioni di motore delle iniziative e delle attività.La decisione unanime è venuta a seguito di un confronto con il Coordinatore 
	europeo, Nickolas Zouros, presente alla riunione di Roma, dopo la sua 
	illustrazione d’apertura sugli ultimi incontri del Working Group di Parigi e 
	dei risultati ad oggi ottenuti verso il riconoscimento dell’iniziativa 
	“Unesco Global Geoparks”.
 Nel prosieguo dell’incontro, presieduto dal coordinatore nazionale, Aniello 
	Aloia, sono stati illustrati e discussi ulteriori punti dell’ordine del 
	giorno. Tra questi la rivalidazione dell’Apuan Alps Geopark, alla fine del 
	quadriennio, nonché le problematiche del personale che operava presso il 
	Parco Regionale delle Madonie. Riguardo ai provvedimenti della Regione Sicilia, sul reintegro di 
	personale da anni comandato alle Madonie, è stata espressa solidarietà e 
	sostegno ai dipendenti colpiti da una scelta che rischia pesantissime 
	ripercussioni sull’operativa del Geoparco.
 In conclusione, di tutto rilievo è stata la decisione di tenere il 7° 
	Workshop dei Geoparchi in Italia, dal 10 al 14 giugno, presso il Sesia Val 
	Grande Geopark. Tema del 2015 sarà: “Raccontare il pianeta Terra: esperienze 
	di comunicazione e di divulgazione dei valori geoambientali”. L’iniziativa 
	sarà pure collegata all’Expo 2015 di Milano, con il probabile contributo dei 
	Gal siciliani collegati ai Geoparchi.
 Nel primo pomeriggio, la Commissione dei Geoparchi si è recata al Vittoriano 
	per visitare la mostra d’argomento geostorico dal titolo “L’Egeo: la 
	creazione di un arcipelago”, in programma fino al 27 febbraio. Guida 
	d’eccezione, Nickolas Zouros, tra i curatori di questa iniziativa di grande 
	rilievo, che ha destato l’attenzione e l’interesse dei presenti. 
	L'esposizione fa parte del progetto “Roma Verso Expo” ed offre ai paesi che 
	interverranno alla rassegna di Milano 2015 l’opportunità di presentare nella 
	capitale italiana i progetti della loro partecipazione all’evento 
	“universale”.
 
	
	Antonio Bartelletti 
	
	(18 febbraio 2015) 
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