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Un protocollo d’intesa tra Parco e Office National des Mines per
allargare la Rete dei Geoparchi nel Nordafrica
Park and Office National des Mines cooperate in Tunisia: a memorandum of
understanding to expand the Global Geoparks Network in North Africa.
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Il 5 dicembre scorso, il Parco ha siglato un accordo con l’Office
National des Mines, organismo ministeriale tunisino, per stabilire
un stretto rapporto di collaborazione che possa sostenere gli
obiettivi comuni di protezione e di valorizzazione del patrimonio
geologico, in stretto legame con lo sviluppo economico e sociale
delle aree protette. Non a caso uno dei principali obiettivi della
Rete mondiale dei Geoparchi – a cui le Alpi Apuane aderiscono – è
proprio la promozione di programmi di cooperazione internazionale
tesi a promuovere il patrimonio geologico di differenti zone del
pianeta, servendosi di questo valore riconosciuto come supporto alle
attività economiche delle popolazioni residenti. |
Nel protocollo d’intesa non ci sono soltanto enunciazioni di principio e
quei richiami doverosi e ricorrenti alle linee d’azione dell’Unesco, nel
campo specifico della conservazione e valorizzazione della geodiversità. Nel
dettaglio, il Parco si è impegnato a mettere la propria esperienza a
disposizione dell’Office per giungere all’istituzione e all’organizzazione
di Geoparchi sul territorio tunisino, con un riferimento particolare alla
regione di Tataouine, nel sud di quel paese. L’azione si porrà all’interno
di una linea strategica finalizzata a preparare i futuri Geoparchi della
Tunisia per renderli conformi alle esigenze richieste dalla Rete mondiale e
dei Geoparchi, soprattutto nella fase di redazione del dossier di adesione.
L’ingresso nella Rete dovrà essere comunque preceduto da una fase di
progettazione prima e di messa in opera poi di interventi ed azioni di
conservazione e/o di promozione, nonché dallo sviluppo fattivo di programmi
educativi e di formazione rivolti alle risorse umane chiamate ad operare nei
geoparchi. Per far ciò, Parco ed Office intendono andare insieme alla
ricerca di risorse finanziarie e strumentali straordinarie, con particolare
attenzione alle opportunità offerte dai bandi internazionali, nazionali
regionali o locali, specialmente dell’Unione Europea o di altre istituzioni
pubbliche o private.
Il protocollo d’intesa conferma la vocazione internazione del Parco delle
Alpi Apuane ed è una naturale conseguenza dell’adesione alla Rete Globale
dei Geoparchi, avvenuta nel 2011 a Langesund in Norvegia. Il documento si
fonda sul valore immateriale della conoscenza e dell’apprezzamento del
valore geologico dei territori da parte di chi abita le aree protette. In
questo senso, l’attività di formazione è essenziale per permetter alle
popolazioni che vivono nei luoghi ricchi di patrimonio geologico, di
prendere coscienza del rispetto dell’ambiente e dell’integrità del
paesaggio, dei rischi geologici e dei cambiamenti climatici sopraggiunti,
per adottare delle buone pratiche ambientali, favorendo l’utilizzo durevole
dei geositi e della geodiversità.
Antonio Bartelletti
(22 dicembre 2014)
Nella foto: un incontro a Tunisi, presso l’Office National
des Mines, nel febbraio di quest’anno
Un giorno nella Geopark Farm per disegnare uno sviluppo rurale possibile
A day in the Geopark Farm to draw a possible rural development: a new wine
and innovation food outcrop from eno-gastronomic deposits.
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Sabato 18 ottobre a Careggine è la vigilia della Festa della
Castagna, ma la Geopark Farm di Bosa già si animerà per accogliere
l’evento finale del 2014, che è la summa maxima di più addendi
evenemenziali.
Nel nucleo del programma sta la presentazione ufficiale e la
degustazione del vino “enjology” prodotto quest’anno a Bosa, poiché
intorno all’avvenimento principale ruotano tutti gli altri della
giornata. Quando si vince una scommessa è giusto anche enfatizzarne
il momento celebrativo, specialmente se il risultato è stato colto
tra lo scetticismo generale.
L’idea di una microvinificazione sperimentale a 850 m di quota non è
venuta per caso e non è stato neppure un azzardo. A noi è sembrata
piuttosto una risposta adattativa ai cambiamenti climatici in atto,
che hanno già inciso e ancor più trasformeranno i paesaggi e le
colture soprattutto nell’area mediterranea. |
Quanto ottenuto a Bosa vale già come test positivo sulle potenzialità
vitivinicole della fascia alto-collinare e basso-montana del versante
interno Alpi Apuane. Il passo successivo, assai più complesso, è definire
una produzione che abbia qualità biologica e un carattere identitario tutto
da ricercare, insieme ai giusti quantitativi per il mercato. L’operazione è
quella, raramente tentata, di costruire un “terroir” che ancora non c’è,
muovendosi sui sottili equilibri tra tradizione ed innovazione, tra impulso
pubblico ed iniziativa privata.
Il laboratorio è dunque aperto e il lavoro da svolgere ancora lungo, ma il
dibattito è già partito sul tema “il Vino delle Apuane nell’età del
riscaldamento globale”. Sabato 18 sarà l’occasione di un primo confronto
intorno ad un’ipotesi possibile di sviluppo rurale durevole, per ora
limitato ai principali attori del territorio che possono avere parti
rilevanti in quest’opera. C’è un grande bisogno di condividere e migliorare
il progetto e l’appuntamento di Bosa – sui modi, sui tempi e soprattutto
sulle risorse – ha bisogno di piccoli e qualificati numeri. La comunità
tutta avrà altri momenti per apprezzare i risultati, se questi ci saranno in
un prossimo futuro.
Sulla falsariga dell’innovazione (qui gastronomica) attraverso le produzioni
tradizionali di qualità, si muove anche l’altro importante appuntamento
della stessa giornata. Al termine della rassegna “Cibiamoci di Parco” sono
stati selezionati i sei migliori piatti a “km zero” dei sei ristoranti
certificati che hanno offerto propri percorsi di riscoperta di sapori
perduti e di reinterpretazione della cucina locale. La sintesi è un menu
composito e creativo, che verrà riproposto dagli studenti dell’Istituto
Alberghiero “Marconi” di Seravezza ai diversi testimonial ed operatori
specificamente invitati nell’occasione. Questo evento costituisce un banco
di prova di come la struttura di Bosa possa non solo educare alla
sostenibilità ambientale, conservare il germoplasma e produrre la qualità
biologica, ma sia già un luogo idoneo di trasformazione agro-alimentare e di
prossimo consumo eno-gastronomico di livello elevato, in modo del tutto
armonico con la fruizione light dell’area parco e contigua.
Antonio Bartelletti
(9 ottobre 2014)
nella foto il vino nuovo di Bosa, sotto la denominazione provvisoria di "enjology"
Un meeting che ha risuonato di Apuane….
Quando la partecipazione alla Rete dei Geoparchi non è un atto passivo
A meeting resounding Apuan Alps...
When the participation to the Geoparks Network is not a passive action.
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Due volte l’anno la Rete Europea dei Geoparchi si riunisce e discute
di prospettive future e di organizzazione presente. Lo fa
spostandosi per il vecchio continente, là dove trova ospitalità
nella “casa” del Geoparco di turno. Questa volta è accaduto in
Germania, a Wernigerode in Sassonia, nel Harz-Braunschweiger
Land-Ostfalen Geopark; un domani potrebbe toccare anche alle Alpi
Apuane.
60 Geoparchi insieme e oltre 100 rappresentanti degli stessi, con il
comune intento di trovare l’ultima spinta efficace per raggiungere
un posto ancora più elevato nella scala dei programmi Unesco. |
Non più la Rete benedetta dagli “auspici” dell’Organizzazione delle Nazioni
per l’Educazione, la Scienza e Cultura. Forse, in un domani prossimo, questa
cooperazione a favore del patrimonio geologico si trasformerà in una vera e
propria “iniziativa” Unesco, con una maggiore integrazione negli organi e
nelle strutture operative, sia a Parigi e sia in ogni singolo paese.
La discussione al meeting di Wernigerode ha fatto un passo deciso in avanti,
nel momento in cui tutti i delegati hanno scelto di dare una forma giuridica
alla Rete Globale dei Geoparchi. A breve, avremo una associazione no-profit
e così sarà possibile dialogare con questa Organizzazione delle Nazioni
Unite, sia nella fase che precede e sia nella fase che seguirà l’eventuale
approvazione dell’iniziativa “Unesco Global Geoparks”.
Nel mezzo di questa discussione avvincente e piena di aspettative, il nome
delle Alpi Apuane è risuonato più volte e sempre in termini positivi. La
prima volta quando è stato ricordato come il nostro Geoparco abbia avuto la
risolutezza di manifestare per scritto, tra i primissimi in Europa, il
proprio assenso al cambio statutario sopra ricordato. Una seconda volta,
durante l’intervento del Coordinatore nazionale Aloia, nel riconoscere i
positivi risultati del Workshop dei Geoparchi italiani, che si è svolto lo
scorso giugno tra Garfagnana, Lunigiana ed Alta Versilia.
La Delegazione del Geoparco delle Alpi Apuane – rappresentata da Alessia
Amorfini e Giuseppe Ottria – ha pure partecipato attivamente al gruppo di
lavoro sull’uso dei materiali di scarto provenienti da cave legalmente
autorizzate. Un importante contributo alla discussione è stato recato
dall’esperienza apuana di valorizzazione in “filiera corta” di produzioni
artistiche ed artigianali di pregio, utilizzando materiali residui
dell’estrazione del marmo.
Antonio Bartelletti
(11 settembre 2014)
Chiuso il 6° Workshop dei Geoparchi italiani:
impatto empatico e spunti per nuovi progetti
6th Workshop of Italian Geoparks is ended: empathic impact and
ideas for new projects
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Sono stati quattro giorni intensi, anzi intensissimi, più di cose da
vedere che di parole da ascoltare. Una scelta pensata di
concretezza, per fare emergere soprattutto i modelli e le
esperienze, con i lati buoni e quelli da ritornarci sopra per un
lavoro di correzione e di rifinitura. Non è stata solo la passerella
dei migliori esempi realizzati, tinteggiati il giorno prima, ma
anche l’inaugurazione di nuove iniziative per percepire la reazione
e il gradimento presso un pubblico qualificato.
Tentare un consuntivo a caldo è difficile. Gli autori non hanno il
metro del giudizio nelle loro mani, combattuti tra l’enfatizzazione
eccessiva e la minimizzazione relativa. La sintesi è poi
improponibile il giorno dopo, quando l’euforia e la stanchezza
prevalgono. Sarà il tempo a dire se l’offerta ha una sua validità o
meno, se i contenuti hanno lasciato traccia significativa nel lavoro
prossimo venturo dei Geoparchi italiani. |
A noi piace ricordare il clima sereno e partecipato in cui tutto si è
svolto. Già questo è un risultato di per sé importante quando si lavora in
rete. Durante il Workshop è sembrato evidente che le relazioni umane abbiano
valicato la soglia della naturale simpatia e siano entrate profonde nel
terreno fertile dell’empatia. Da questo livello poi tutto è possibile: lo
slancio verso l’alto con la ripresa e lo sviluppo dei temi proposti oppure
l’occasione mancata se la quotidianità costringerà ognuno nel “particulare”
estremo dei propri impegni.
Rimangono oggi da elencare i punti condivisi del Workshop, da riversare
negli interventi materiali e nelle azioni immateriali di ogni realtà, sia
dell’oggi, sia del domani. In primo luogo, la necessità di indicare sempre
la Geologia tra gli “ingredienti” dei prodotti agro-alimentari o dei piatti
della cucina dei Geoparchi. Talvolta può sembrare un gioco di fantasia, una
provocazione intellettuale, forse una trovata pubblicitaria, ma è anche uno
sforzo culturale di ricerca interdisciplinare e un esercizio utile di
comunicazione, capace di rompere gli schemi e contaminare i generi. La
Geologia non viene dopo la conservazione della biodiversità, le buone
pratiche e le filiere corte, ma viene insieme alle stesse e come valore
aggiunto dall’esperienza dei Geoparchi. Se poi la Geologia si potrà perfino
leggere nel nome dei prodotti e dei piatti, allora sarà finalmente risolta
la quadratura di questo nostro cerchio.
Secondo punto condiviso è di andare oltre il “locale” o “tradizionale”
inteso come tempo rimosso e negato, spesso vagheggiato per i suoi presunti
valori arcadici di qualità della vita, in opposizione alla rovina del
presente e all’apocalisse del futuro. Non esiste questo passato
astoricizzato, non esiste questa identità perenne, immobile ed immutabile.
La cucina locale o tradizionale è il risultato di successive innovazioni,
che sono intervenute nel corso della storia e premiate dall’evoluzione dei
costumi. Analogo processo è avvenuto per la selezione delle razze animali e
delle cultivar vegetali.
Compito
dei Geoparchi è rompere con il “tradizionale” oleografico, folcloristico e
cristallizzato, per favorire piuttosto l’innovazione dei prodotti agricoli e
la creatività nella cucina. Bisogna seguire questo segno di buona coltura e
cultura, lontano da pratiche empiriche e frutto invece di una sana
sperimentazione, che sostenga sempre l’utilizzo delle produzioni locali,
anche di nuova introduzione o selezione.
Compito dei Geoparchi è anche preparare i propri territori agli effetti dei
cambiamenti climatici in atto, poiché spazi possibili per esperienze pilota
di ricerca delle migliori soluzioni rispetto alle diverse situazioni
ambientali conservate, con un occhio di riguardo ai substrati geologici e
alle forme della Terra. Citiamo qui l’esempio soltanto del vino “Enjology”
prodotto quest’anno nella Geopark Farm di Bosa di Careggine e presentato
durante il Workshop. Al di là del suo apprezzamento, l’esempio è
significativo come innovazione sperimentale in un’area non vocata in passato
alla coltivazione, ma suscettibile di esserlo in conseguenza del
riscaldamento globale, dove produzione e promozione del prodotto hanno fatto
tesoro delle conoscenze e delle specificità della geologia del luogo.
Il Workshop ha anche presentato momenti di riflessione e proposte da
approfondire, ancora non del tutto condivise. Il riferimento è al possibile
inserimento dei suoli in una speciale categoria di geositi, allo stesso modo
di alcuni aspetti del terrazzamento agrario, là dove particolari
affioramenti di rocce siano state integrati dall’opera umana o conservino
evidenze archeologiche di attività estrattive o di forme di insediamento
umano.
Altri sarebbero i contenuti da evidenziare e gli spunti scaturiti dal
Workshop da finalizzare a nuovi progetti. Per non appesantire troppo questo
riassunto delle attività, rimandiamo la descrizione ad altra sede e ad altro
momento.
In chiusura è d’obbligo il nostro ringraziamento ai Geoparchi e agli
aspiranti Geoparchi che hanno partecipato con entusiasmo e nella quasi
totalità di enti e persone rappresentate, con una speciale menzione per il
coordinatore nazionale, Aniello Aloia, e per il Vice Presidente dell’Ordine
dei Geologi della Toscana, Francesco Ceccarelli. Eguale ringraziamento va
pure alla delegazione tunisina dell’Office
National des Mines
e della Regione di Tataouine, ospite al Workshop grazie ad un progetto di
cooperazione internazionale della Regione Toscana, sviluppato dall’ONG
Medina e dal Parco delle Apuane, con l’obiettivo di gettare le basi
economiche necessarie all’istituzione del primo Geoparco della Tunisia.
Non è possibile concludere non ricordando come il Workshop e tutte le
realizzazioni presentate siano il risultato del lungo e talvolta oscuro
lavoro (non richiesto e suppletivo) di buona parte della struttura operativa
del Parco delle Apuane che – anche in questa occasione – ha dimostrato di
essere un gruppo ben affiatato e con competenze individuali non comuni. Tra
questi fondamentale è risultato il contributo organizzativo del Geopark
manager, Alessia Amorfini, insieme al contributo culturale del coordinatore
della commissione di gestione scientifica del Geoparco, Giuseppe Ottria.
Antonio Bartelletti
(7 giugno 2014)
Castelnuovo di Garfagnana per tre giorni capitale dei Geoparchi italiani
Castelnuovo di Garfagnana is the capital of Italian Geoparks for three days.
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Il Workshop del Forum italiano dei Geoparchi è al nastro di
partenza. Parteciperanno i rappresentanti dei 9 territori già
riconosciuti e di 6 aspiranti al riconoscimento presso la Rete
Europea e Globale, che svolge la propria attività sotto gli auspici
dell’Unesco.
L’incontro del 2014 è stato dedicato al rapporto tra conservazione
del patrimonio geologico e valorizzazione dei prodotti tipici di
qualità biologica. Non a caso la sede operativa del Workshop è posta
a Castelnuovo di Garfagnana, poiché “capitale” di un territorio che
ha fatto tesoro e attribuito valore aggiunto della riscoperta delle
produzioni agro-alimentari di tradizione locale. |
Si inizia martedì 3 giugno, alle 20, con l’iniziativa “Cibiamoci di Parco”
presso il Ristorante “La Ceragetta” di Capanne di Careggine, con una
cena-presentazione sul tema “Alla scoperta del vino apuano”. Il giorno dopo,
presso la Fortezza di Mont’Alfonso a Castelnuovo di Garfagnana, mattino
interamente dedicato alle comunicazioni scientifiche, che spazieranno dalla
manutenzione e cura dei terrazzamenti, alla macro e microeconomia dei
prodotti agro-alimentari, con un costante filo conduttore ad inanellare
argomenti di tradizione, innovazione ed identità, sulla trama di fondo della
diversità geologica.
Il pomeriggio del 4 giugno il Workshop si trasferisce alla Geopark Farm di
Bosa di Careggine, per far toccare con mano quanto il Parco delle Alpi
Apuane ha realizzato negli ultimi anni sul tema. Una visita guidata al
Centro visite, al Museo della fauna di ieri e di oggi, agli spazi della
conservazione in situ e on farm e pure a quelli della coltivazione agricola
sperimentale. Nell’occasione verrà presentato il “vino di montagna” di Bosa,
prodotto in questo luogo a 850 m sul livello del mare, per far capire quali
scenari futuri si stanno affacciando in conseguenza del riscaldamento
globale in atto.
Giovedì 5 giugno è di scena l’escursione in treno da Castelnuovo di
Garfagnana ad Equi Terme, con la proposta di un percorso turistico di
percezione e scoperta della geologia dei luoghi attraversati. Giunto in
Lunigiana, il Workshop proseguirà visitando il museo interattivo del Parco,
ApuanGeoLab, e il sistema carsico-paleontologico di Equi. Nel pomeriggio è
in programma la sessione terminale con le presentazioni degli aspiranti
Geopark nella sala convegni dell’Hotel delle Terme.
Venerdì 6 sarà la giornata conclusiva con il trasferimento da Castelnuovo di
Garfagnana a Levigliani di Stazzema, attraversando le Alpi Apuane. Presso il
“Corchia Underground System” verranno proposti i percorsi turistici nella
grotta carsica dell’Antro e nelle miniere di Mercurio nativo, nonché la
visita ai musei della “Pietra piegata” e di “Comunità ed Impresa”.
(2 giugno 2014)
ApuanGeoDay 2014, sabato 31 maggio ad Equi Terme:
come difendersi dai terremoti
ApuanGeoDay 2014, Saturday, 31st May in Equi Terme:
how to protect themselves from earthquakes.
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Terzo anno di ApuanGeoDay ad Equi Terme, ancora all’interno dell’ApuanGeoLab,
il museo interattivo di Scienze della Terra dell’Apuan Alps Geopark.
L’argomento 2014 non poteva che essere il terremoto, dopo le
migliaia di scosse che, dal 21 giugno 2013, hanno colpito questo
settore della Lunigiana. Un lungo e rovinoso sciame ha fatto seguito
all’evento massimo di 5.2 Richter, portando segni diffusi di
distruzione nei comuni di Fivizzano e Casola in Lunigiana.
L’area è notoriamente sismica e, per questo motivo, c’è bisogno di
un’opera capillare di corretta informazione su come difendersi da
questi rischi naturali. |
Prevedere non è ancora possibile, ma mitigare i danni è possibilissimo. E la
prima buona pratica per farlo è imparare dagli eventi del passato, per non
ripetere gli errori fatti, soprattutto nel costruire.
Su questo tema di attualità geologica e non solo, il Parco delle Alpi Apuane
propone una conferenza e un dibattito, a partire dalle ore 9 di sabato 31
maggio. Il primo intervento in programma – dal titolo “Cosa abbiamo imparato
dal terremoto” – sarà trattato dal dott. Carlo Meletti, un geologo che ha
iniziato la propria attività di ricerca presso il Gruppo Nazionale per la
Difesa dai Terremoti (GNDT) del CNR, poi al Dipartimento di Scienze della
Terra dell’Università di Pisa e, da oltre un decennio, ricopre l’incarico di
primo tecnologo dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia.
Seguirà il contributo apparentemente simile, ma solo complementare, su “Cosa
dobbiamo imparare dal terremoto”. Ne parlerà la dott.ssa Spina Cianetti,
anch’essa dell’Istituto nazionale di Geofisica e Vulcanologia.
Alla fine della conferenza e dopo il dibattito, il Parco offrirà una
degustazione di prodotti tipici della Lunigiana.
(28 maggio 2014)
L’ultimo Leone d’Italia nel Museo che si apre sabato a Bosa:
è vissuto nelle Apuane 11 mila anni fa
The last Lion of Italy in the Museum which will open on Saturday 24th May in
Bosa of Careggine: it lived in the Apuan Alps 11,000 years ago.
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Tra le mille ragioni per salire a Bosa di Careggine, sabato 24
maggio alle 10, c’è ne sono alcune del tutto speciali che qui
vogliamo ricordarvi. Per prima cosa si inaugura il “Museo della
fauna di ieri e di oggi”, è questo già sarebbe un motivo più che
valido per essere presenti. Proprio agli appassionati di zoologia e
di vertebrati in particolare, il Museo offre la possibilità di
vedere esemplari rari ed inconsueti dell’attuale fauna apuana, tra
cui il Biancone, il Grifone, il Gufo reale, ecc., tutti conservati e
posizionati all’interno di diorami, che illustrano ambienti diversi
delle Alpi Apuane: i coltivi, i castagneti, le faggete e le praterie
d’altitudine.
Per spingervi fino a Bosa si aggiunge il fatto, non secondario,
della intitolazione a Mario Dini di una sezione del Museo; quella di
Paleontologia del Quaternario e di Archeologia preistorica. Al nome
di questo giovane studioso, immaturamente scomparso, |
si legano i più recenti ritrovamenti di insediamenti preistorici lungo la
Tùrrite Secca, da Isola Santa fino quasi a Castelnuovo di Garfagnana. Una
selezione di strumenti in selce del Paleolitico superiore e del Mesolitico,
provenienti dalle stesse zone, si trova raccolta nel Museo insieme a
materiali didattici di Archeologia sperimentale, che spiegano come l’uomo
preistorico si costruisse le armi per cacciare e gli utensili per tagliare e
ridurre in cibo le prede catturate.
Vi abbiamo detto due ragioni fondamentali, ma ne esiste almeno un’altra
importante. Tra i resti ossei di animali estinti durante il Glaciale e il
Postglaciale, spiccano due premolari del Leone delle caverne, provenienti
anch’essi da un livello mesolitico del Riparo Fredian, posto lungo la
Tùrrite Secca. Forse di per sé potranno dire poco, ma quei denti
appartenevano a l’ultimo Leone finora documentato sul territorio italiano e
uno dei più recenti dell’Europa occidentale. Quell’esemplare di felino è
vissuto nelle Alpi Apuane circa 11.000 anni fa o, più precisamente, tra il
9.156 e l’8.546 a.C., così misurato e calibrato con il Carbonio-14.
Per poter meglio apprezzare quale minacciosa presenza si aggirasse per i
boschi e le praterie apuane, in un tempo non remoto, è stata realizzata una
ricostruzione in grandezza naturale del Leone delle caverne. Ne è autore
Lorenzo Possenti di “Ecofauna” che, per il Museo di Bosa, ha già realizzato
l’Orso delle caverne lo scorso anno. I due esemplari, abilmente ricostruiti,
sono qui fotografati insieme.
Un po’ più grande del Leone africano, il Leone delle caverne si distingueva
per la mancanza o un piccolo accenno di criniera maschile e soprattutto per
la pelliccia molto chiara, quale adattamento a territori freddi e spesso
coperti di neve e ghiacci. La sopravvivenza della specie in queste terre, in
un periodo così vicino a noi e in ambienti che già si rivestivano di boschi
misti, è forse legata ad una locale e ormai divenuta rara abbondanza di
grandi erbivori, come stambecchi e cervi.
(22 maggio 2014)
Giornata Europea dei Parchi: Tutti a Bosa di Careggine il 24 maggio per
il nuovo Museo degli animali di ieri e di oggi
European Day of Parks, 24th May 2014: Inauguration and opening of the new
Museum of yesterday’s and today’s fauna in Geopark Farm of Bosa di Careggine.
The “Quaternary Palaeontology and Prehistoric Archaeology” Section dedicated
to Mario Dini.
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La Settimana dei Parchi 2014 termina sabato prossimo con l’evento
clou. Il Parco inaugura il suo terzo museo e lo dedica alla fauna di
ieri e di oggi. Il luogo è il Centro agricolo-naturalistico
“Giuseppe Nardini” di Bosa di Careggine, con una breve ma intensa
cerimonia che coprirà l’intera mattinata. L’appuntamento è alle ore
10 e avrà inizio con il saluto delle autorità e gli interventi che
illustreranno il significato e l’importanza di questo percorso
didattico del tutto innovativo, pensato sia per le scuole e sia per
i visitatori del Parco.
Dopo la parte protocollare, si avrà il taglio del nastro e la visita
guidata al Museo, che si articola in due distinte e parallele
sezioni. Da una parte c’è la “fauna di oggi”, con gli animali che si
possono incontrare lungo le cime montuose, le praterie sommitali e i
boschi delle Alpi Apuane. |
Il pubblico potrà qui ammirare un’importante collezione di esemplari
raccolti, non più in vita, nell’area protetta e contigua del Parco, ben
preparati dai migliori tassidermisti della zona. Le principali specie
animali sono tutte rappresentate, dall’aquila reale al lupo, posti al
vertice delle catene alimentari, fino ai più piccoli mammiferi, uccelli,
rettili e anfibi che popolano ed impreziosiscono la biodiversità di queste
montagne.
Dall’altra parte del Museo c’è la sezione di Paleontologia del Quaternario e
di Archeologia preistorica, più semplicemente detta della “fauna di ieri”.
Questa volta sono di scena carnivori ed erbivori, talvolta estinti, che
vivevano sulle Apuane durante l’ultima glaciazione e il successivo periodo
postglaciale. Sono i grandi mammiferi che hanno visto e spesso subìto lo
scioglimento dei ghiacci e lo stabilirsi delle attuali condizioni climatiche
ed ambientali. Resti di ossa, ma anche due superbe ricostruzioni in
grandezza naturale dell’Orso delle caverne e del Leone delle caverne.
Questo spazio non accoglie solo animali, ma anche l’uomo preistorico con i
suoi strumenti in selce per catturare le prede e preparare il cibo
recuperato durante le battute di caccia.
La giornata di sabato vedrà poi l’intitolazione di questa sezione della
“fauna di ieri” a Mario Dini di Lucca, il giovane ricercatore di Archeologia
preistorica immaturamente scomparso nel 2012. È questo un piccolo
riconoscimento che gli amici del Parco hanno voluto tributare alla sua
memoria, dopo averlo conosciuto ed apprezzato negli stage archeologici
presso il sito dell’Isola Santa. In quei giorni, proprio Mario Dini aveva
suggerito l’idea di un Museo della Preistoria, che potesse raccogliere e
valorizzare i preziosi reperti restituiti dalle Alpi Apuane e dalla
Garfagnana appenninica. L’eredità morale di questo progetto è stata raccolta
e, grazie al contributo di diverse persone amiche, tra cui il prof. Carlo
Tozzi, l’idea è divenuta realtà.
Il programma della Giornata Europea dei Parchi prevede poi, verso le ore 12,
l’inaugurazione della mostra fotografica “Terrazzi apuani: memoria erosa e
sommersa”, che raccoglie alcune foto che hanno partecipato al concorso sul
tema, indetto mesi fa dal Parco. La sede espositiva è la ‘sala eventi’ posta
al piano terra del Museo
Al termine della mattinata, verrà infine offerta ai partecipanti una
degustazione di prodotti tipici del Parco.
(19 maggio 2014)
Il programma definitivo del 6° Workshop dei Geoparchi Italiani -
iscrizioni aperte fino al 31 maggio
6th Workshop of Italian Geoparks:
the definitive programme - registration open until 31st May.
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Finalmente è possibile consultare il programma definitivo del 6°
Workshop dei Geoparchi Italiani, che si svolgerà nel Parco delle
Alpi Apuane dal 3 al 6 giugno 2014.
Per consentire il completamento del numero degli iscritti, il
termine per inviare la propria richiesta è stato prorogato al 31
maggio prossimo.
(12 maggio 2014) |
Le “Marmitte dei Giganti” ritornano visibili:
il Parco “ha ripulito” i fossi dell’Angullaja e Fatonero
You can review the Giant’s potholes: the Park “cleaned” the Anguillaja and
Fatonero’s dichtes.
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Quasi ci si era dimenticati della loro esistenza. Da diversi anni,
soprattutto in primavera ed estate, la vegetazione dei fossi
Anguillaja e Fatonero le nascondeva alla vista di turisti e
passanti. Chi era abituato a fermarsi lungo la strada provinciale
“Valle d’Arni” riusciva mala pena a scorgerle.
Da alcuni giorni, le Marmitte dei Giganti sono ritornate visibili
con il taglio dei carpini neri, frassini e maggiociondoli che
invadevano l’alveo dei due corsi d’acqua. Un intervento eseguito dal
Parco delle Alpi Apuane, che facilita anche il deflusso delle acque
incanalate, ma voluto soprattutto per valorizzare questo eccezionale
fenomeno fluvio-glaciale. Va sottolineato che le Marmitte del
versante sud del M. Sumbra sono uno dei principali geositi del
Geoparco EGN-GGN, che opera sotto gli auspici dell’Unesco.
Lo sviluppo della copertura arborea nell’area protetta non è sempre
un fattore positivo. Non lo è quando chiude le praterie secondarie
intrasilvatiche; non lo è quando fa da barriera ai punti panoramici,
quando ostruisce l’Arco del Forato e nasconde le Marmitte dei
Giganti.
Senza più o quasi le attività forestali di taglio della legna, la
gestione di questi operazioni di manutenzione ricade totalmente a
carico dell’ente pubblico. L’intervento del Parco alle Marmitte
completa l’altra importante opera eseguita dall’Unione di Comuni
“Alta Versilia”, di recupero del sentiero sulla sinistra idrografica
della Tùrrite Secca per il collegamento escursionistico tra i due
fossi Anguillaja e Fatonero)
(19 aprile 2014) |
Aperte le iscrizioni per il Workshop dei Geoparchi italiani
Italian Geoparks Workshop: registration opening, from today by the end of
April.
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Da oggi è possibile iscriversi al 6° Workshop dei Geoparchi in
Italia, sul tema: “Enjoy the Geology: Enjology? Geodiversity and
typical food and wine”, in programma dal 3 al 6 giugno pp.vv., con
punto di riferimento operativo a Castelnuovo di Garfagnana, ma con
svolgimento itinerante anche a Bosa di Careggine, Equi Terme di
Fivizzano e Levigliani di Stazzema.
Alla pagina web dedicata (vedi indirizzo in fondo alla news) è
possibile prendere visione del programma e scaricare la “scheda di
registrazione”. Chi intende iscriversi deve compilare questa
“scheda” ed inviarla – entro e non oltre il 30 aprile 2014 –
all’indirizzo e-mail: info@apuanegeopark.it.
La tassa d’iscrizione ordinaria è di € 100,00 per il workshop e di €
50,00 per il field trip, a parte le gratuità e gli sconti di cui si
dirà in seguito. Il pagamento della tassa d’iscrizione al workshop
dà diritto alla partecipazione alle attività in programma il 4 e 5
giugno pp.vv., compresi i pranzi, le cene, le degustazioni, gli
spostamenti, i biglietti d’ingresso e gli spettacoli. Nella stessa
tassa non sono però compresi i viaggi d’arrivo e di partenza e
l’eventuale soggiorno in hotel, che sono a carico dei partecipanti.
In modo analogo, la tassa d’iscrizione al field trip dà diritto alla
partecipazione alle attività in programma il 6 giugno 2014, compreso
il pranzo, gli spostamenti e i biglietti d’ingresso.
Si ricorda che l’evento del 3 giugno 2014 è riservato ai soli
partecipanti del Workshop che soggiorneranno a Castelnuovo di
Garfagnana.
i Geoparchi italiani ed europei, aderenti alla GGN-EGN, così come
gli Aspiring Geopark italiani hanno diritto a gratuità in diversa
misura numerica come di consuetudine. |
Inoltre, uno sconto del 25% sulle tasse di iscrizione è riconosciuto agli
iscritti all’Ordine professionale dei Geologi, alla Fist (Federazione
Italiana di Scienze della Terra), alla Sigea (Società Italiana di Geologia
Ambientale) e all’Associazione Italiana di Geologia e Turismo (G&T).
Si ricorda che i posti a disposizione per questa iniziativa sono limitati,
arrivando a 50 per il workshop e 20 per il field trip.
Il Parco ha avanzato la richiesta dei crediti d’Aggiornamento Professionale
Continuo (APC) in corso, presso l’Ordine dei Geologi della Toscana. Infine,
la mattina del 4 giugno e il pomeriggio del 5 avranno valore di eventi di
aggiornamento per le Guide del Parco e del Geoparco.
(19 marzo 2014)
Semaforo verde dal Forum dei Geoparchi italiani per il Workshop nazionale
nelle Alpi Apuane dal 3 al 6 giugno 2014
Green light by the Italian Geoparks’ Forum to National Workshop in the Apuan
Alps, from 3rd to 6th June 2014: a rich program of cultural events and field
trips.
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La riunione
annuale dei Geoparchi italiani, svoltasi ieri a Roma, ha approvato
il programma di massima del 6° Workshop nazionale, con l’indicazione
delle date di svolgimento. Dunque, il Parco delle Alpi Apuane
ospiterà questa importante iniziativa, dal 3 al 6 giugno 2014, in
diversi strutture luoghi della Garfagnana, Lunigiana ed Alta
Versilia. Il tema del Workshop riguarderà i rapporti tra la
geodiversità dei Geoparchi italiani e le loro produzioni
agro-alimentari tipiche, per comprendere meglio e valorizzare il
nesso stretto esistente tra caratteri fisico-geologici, potenzialità
agronomiche e riflessi culturali delle filiere territoriali.
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Conferenze, escursioni ed
altre iniziative culturali completeranno il programma, che verrà pubblicato,
in dettaglio, nelle prossime settimane.
Il Forum dei Geoparchi italiani di Roma, riunito presso il Consiglio
Nazionale dei Geologi, ha trattato altri importanti argomenti d’ordine
internazionale e nazionale. Il Coordinatore della Rete dei Geoparchi
europei, Nickolas Zouros, ha aggiornato sul lento processo di riconoscimento
della “Global Geoparks Initiative” presso l’Unesco. Il Working Group on
Geoparks, appositamente costituito, ha elaborato diverse possibili soluzioni
su forma giuridica e struttura organizzativa, che verranno sottoposte a
consultazione attraverso un questionario da diffondere presso tutti i
Geoparchi della Rete globale.
Diverso tempo della riunione di Roma è stato dedicato allo stato delle
procedure di rivalidazione in corso e su quelle in stand by di Geoparchi
italiani. Il Forum nazionale è stato poi informato dell’avvenuta candidatura
di due aspiring-geopark dell’area alpina, che potrebbero incrementare
l’attuale numero di membri nella Rete: il Grigna Valsassina e Lago di Como
(Lombardia) e l’Alpi Cozie (transfrontaliero Piemonte-Francia). Per il
prossimo periodo autunnale, con la riapertura dei termini di deposito dei
dossier, si annunciano possibili ed ulteriori presentazioni di altri
territori italiani, tra cui i Parchi nazionali del Pollino e del Vesuvio.
Il Forum ha poi preso atto dell’agenda degli appuntamenti internazionali
della EGN-GGN per il 2014, dove sono previsti il 33° meeting europeo nel
Sobrarbe Geopark in Spagna (dal 26 al 29 marzo), il 34° meeting europeo nel
Harz Braunschweiger Land Ostfalen Geopark in Germania (dal 1° al 3
settembre) e la VI Conferenza internazionale Unesco sui Geoparchi presso lo
Stone Hammer Geopark in Canada (dal 19 al 22 settembre). Inoltre, anche
quest’anno si terrà il consueto International Intensive Course on Geoparks,
presso l’isola di Lesvos in Grecia, dal 24 giugno al 4 luglio.
Altre iniziative si aggiungono poi sul fronte nazionale, a fianco del 6°
Workshop “apuano” detto in apertura, tra cui la partecipazione al “G&T day”,
dal 23 al 24 maggio, a cura dell’Associazione italiana Geologia e Turismo,
nonché l’adesione alla “Settimana del pianeta Terra”, dal 12 al 19 ottobre,
senza dimenticare la “European Geoparks Week”, in programma in tutti i
Geoparchi dal 24 maggio al 9 giugno 2014.
Prima della chiusura della riunione, il Forum ha eletto il suo Coordinatore
nazionale per il biennio 2014-2015. Sulla base dell’unica candidatura
pervenuta nei termini è stata ratificata la nomina di Aniello Aloia del
Cilento e Vallo di Diano Geopark, che così succede a Maurizio Burlando del
Beigua Geopark, da quattro anni alla guida dell’organismo.
(8 marzo 2014)
Il Geoparco in Tunisia per investire nelle risorse umane…
The
Geopark
in Tunisia to investing in People... education, knowledge and skills...
employment and social cohesion...
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Il Geoparco delle Alpi
Apuane come incubatore di un altro potenziale Geoparco a Tataouine
nella Tunisia meridionale, all'interno di progetti di cooperazione
internazionale da sviluppare attraverso Organizzazioni Non
Governative (ONG). Questa è la mission possibile che è stata
delineata e definita nel corso del viaggio effettuato sui bordi
settentrionali del Sahara, dal Direttore del Parco e dal dott.
Giuseppe Ottria del Comitato scientifico, nella settimana dal 12 al
16 febbraio 2014.
Lo scopo non è insegnare, ma riversare e ricevere esperienze e così
migliorare le relazioni all'interno della Rete mondiale dei
Geoparchi, come espressamente richiesto dall'Unesco. |
Il primo progetto comune vuole
favorire, attraverso bandi dell'Unione Europea e non solo, lo sviluppo
sociale ed umano, investendo nelle risorse umane sia delle Alpi Apuane, sia
della regione di Tataouine. Il "geoparco" è il modello di tutela e
promozione del territorio che l'Office National des Mines del
Ministero tunisino dell'Industria, ha individuato come il più efficace per
migliorare i mezzi di sussistenza delle persone marginalizzate, vulnerabili
e dipendenti dall'economia informale di questa regione. Al nostro Parco è
stato chiesto un aiuto nello sviluppo in loco delle competenze,
dell'educazione e della formazione professionale, creando momenti di scambio
ed occasioni di promozione per le attività economiche certificate e
sostenute nell'area protetta delle Alpi Apuane.
Il progetto elaborato insieme a l'ONG "Medina" di Borgo San Lorenzo
(Firenze) prende nome di GEOSITES: acronimo di "Glocalisation, Education,
Organisation au Service Inclusif du Territoire pour l'Emploi Stable"...
Dunque una buona pratica di cooperazione internazionale che può solo
arricchire il Geoparco delle Alpi Apuane, con un investimento iniziale di
sole risorse umane, tenuto conto che i costi di missione sono stati
interamente sostenuti dalle autorità tunisine e dall'ONG Medina di Borgo San
Lorenzo (Firenze), partner dell'iniziativa.
(19 febbraio 2014)
Dal Geoparco al Consiglio Nazionale dei Geologi:
il bel salto della nostra collega…
From Geopark to National Council of Geologists: the good jump of our
colleague…
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“In un momento di grandi difficoltà economiche, la valorizzazione
del patrimonio geologico, intimamente legata alle Scienze della
Terra, diventa servizio sociale per il nostro Paese”. Così aveva
affermato, un anno fa a Roma, Gian Vito Graziano – Presidente del
Consiglio Nazionale dei Geologi – a margine del Forum Nazionale dei
Geoparchi italiani. A settembre, ad Ascea (Salerno), durante la
12.ma Conferenza dei Geoparchi europei, Graziano ha ribadito il
medesimo concetto e si è impegnato in azioni concrete in tal senso.
Di lì a poco, il Consiglio Nazionale dell’Ordine dei Geologi è
passato dalle parole ai fatti, istituendo il Gruppo di lavoro sulla
“Valorizzazione del patrimonio geologico”.
Il lavoro è già iniziato presso la sede romana del Consiglio per
individuare iniziative ed attività che possano aprire spazi
professionali ai Geologi anche nel campo della conservazione e della
promozione della geodiversità. |
Ulteriore obiettivo è il maggiore riconoscimento dei temi geologici
all’interno della Legge nazionale sulle aree protette, attualmente in fase
di revisione presso i due rami del Parlamento.
Particolare soddisfazione è per il Parco apprendere che, tra gli esperti del
Gruppo di lavoro nazionale, è entrata a far parte anche la dott.ssa Alessia
Amorfini, nostra Geopark manager. Va detto che il mondo dei Geoparchi
italiani ha espresso soltanto due figure sui sette membri di questa
commissione.
(4 febbraio 2014)
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