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13/05/2024
Il futuro delle Alpi Apuane va deciso sul territorio con tutti i soggetti in campo




"Il futuro delle Alpi Apuane va deciso sul territorio con tutti i soggetti in campo. Si al dialogo, no alle provocazioni"

Così il Presidente del Parco Andrea Tagliasacchi all’incontro “Salvare le Apuane e il lavoro Apuano” organizzato da Salviamo le Apuane che si è tenuto a Palazzo Ducale sabato 11 maggio.

“Attenzione alle scorciatoie – ha detto Tagliasacchi – pensare di cambiare le cose chiedendo di trasformare il Parco regionale in un Parco nazionale significa delegare decisioni ad altri che non siamo noi e portare la discussione su un binario morto. Se vogliamo provare a risolvere i problemi dobbiamo affrontarli qui nei territori, con tutti i soggetti in campo, a partire dai sindaci eletti dagli stessi cittadini che nel Parco ci vivono e che li rappresentano. Dobbiamo assumerci tutti la responsabilità di affrontare le contraddizioni che hanno frenato lo sviluppo del Parco e avviare un confronto costruttivo tra noi.

Dialogo e ascolto da parte di tutti
“Per affrontare i problemi ci vogliono dialogo e disponibilità all’ascolto da parte di tutti. Ho avuto modo di dirlo in diverse occasioni e mi sento di ripetere l’appello ad un confronto serio perché avverto, in generale in questi mesi da quando sono stato nominato Presidente, un clima di schizofrenia in cui ognuno dice la sua, alza le asticelle, lancia proposte proprie e non parla con l’altro. Questo è un problema serio di cui sto pensando di farmi carico. Stupisce, ad esempio, che in pochi avvertano l’importanza del Piano per il Parco, strumento che può rappresentare un buon terreno di confronto per il futuro delle Apuane, in cui saper cogliere opportunità significative. Perché il Piano non riguarda solo l’escavazione, ma realtà di sviluppo socio economico che non sono da considerarsi in contrasto.


Strumenti per gestire l’attualità
Inviterei a misurarci su temi concreti con gli strumenti di governo che ci sono, partendo da un dato che ci viene riconosciuto: il Parco è un’area regolata, dove le richieste di tutela dell’ambiente sono sempre state più alte. Gli strumenti di gestione e controllo per regolamentare l’escavazione ci sono. Credo, in questo caso, sia necessario migliore la comunicazione sulle procedure autorizzative tra le varie istituzioni chiamate a fornire pareri e permessi per evitare conflitti e fraintendimenti. Un aspetto all’ attenzione e per cui si stanno studiano proposte su cui poi confrontarci. Poi c’è l’aspetto importante della riqualificazione dei siti e i ripristini ambientali. Ma pensare di chiudere le cave dentro il Parco è una provocazione irricevibile: significa evitare di non risolvere il problema.

Concludendo, è vero che ci sono delle criticità ma è anche vero che il tempo che stiamo vivendo apre una nuova fase di opportunità e stiamo già lavorando su progetti significativi in grado di attrarre finanziamenti per far fare un salto in avanti a questo Parco.


Lara Venè


 



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